mercoledì 16 aprile 2008

Il mio viaggio in Burkina Faso - sesta puntata

... vista del centro storico di Tougouri, al tramonto, dal loggiato di una bouvette ...

Il racconto, in questa sesta puntata, è incentrato sugli ultimi giorni della seconda settimana passata a Tougouri … giorni pieni di impegni … e di stupende sensazioni!

VENERDI’ 25 GENNAIO 2008
Mi alzo presto perché devo rivedere il computo metrico del nuovo fabbricato del CREN. Il lavoro mi impegna fino alle quattro del pomeriggio perché i conti del preventivo che era stato già preparato non tornano e quindi sono costretto a ricominciare tutto daccapo (ed a rifarlo due volte per la paura di aver sbagliato io, avendo a disposizione solo una mini calcolatrice digitale).
E’ quindi già tardo pomeriggio quando esco di casa e con la bicicletta decido di andare verso il barrage per vedere i lavori in corso della nuova strada, e per avere nel contempo l’occasione di fare quattro chiacchiere con la gente.
Nel mio girovagare incontro Serena che esce dal telecentre Wend Kuuni (posto telefonico pubblico Dono di Dio) e insieme vediamo passare il Toyota con Barbara e Laurentine di ritorno dai villaggi, mentre siamo comodamente seduti ad una bouvette con in mano una bibita fresca e negli occhi uno splendido tramonto. La foto che pubblico non rende nulla della magia del luogo e del momento.
E dire che tante persone mi chiedono cosa ci si trovi ad andare in posti così! Anche questa è una risposta.
Ma la giornata prosegue regalandomi una sera straordinaria. Comincia tutto con un buio pesto e con un fitto tetto di stelle visibili fino alla linea piatta dell’orizzonte, e poi sono così basse che … anche la quotidiana telefonata da casa, aiutata da un tale scenario … ha una durata più lunga del solito ed un’emozione aggiunta.
Dopo cena si presenta invece la luna piena: un disco che dall’orizzonte tinge tutto di rosso prima di risplendere in alto e inondare il panorama di una luce fortissima.
Sembra giorno, e con Mauro e Serena decidiamo di fare una passeggiata lungo il vialone principale. Ci lasciamo alle spalle il villaggio con le sue luci (!!!) ed io decido di levarmi una personale soddisfazione: chiedo ai miei amici di proseguire nella camminata e di lasciarmi solo, poi mi distendo in mezzo alla strada per ammirare lo spettacolo offerto dal cielo.
Nei dieci minuti che passo in questa posizione ho modo di pensare a tante cose, mi concedo persino un confronto con … la Via Romana.
Non so se per colpa mia o perché si sono dimenticati di me, ma perdo anche i miei compagni. Torno da solo a casa e quando, dopo aver atteso invano il ritorno dei dispersi, mi distendo sul letto è abbastanza dura a prendere sonno!

SABATO 25 GENNAIO 2008
Un’ altra giornata da segnare tra quelle indimenticabili! Oggi è previsto molto lavoro, anche se il tutto comincia un po’ più tardi perché l’aria fresca del mattino, e le emozioni della sera prima, mi invitano a stare a letto fino alle otto e mezzo.
Insieme a Barbara torniamo dal Sindaco per avere l’autorizzazione a cominciare i lavori dello chateau, ma Monsieur Charles ci dice che mancano ancora delle verifiche sulle caratteristiche dei pozzi e quindi è tutto rinviato ai prossimi giorni, ci farà sapere.
Ci avviamo mestamente verso il CREN dove troviamo Mathias alle prese con la rottura di un tubo che porta l’acqua allo chateau delle suore. Risulta fondamentale il mio supporto tecnico (si fa per dire!) e l’intervento di riparazione ci fa trascorrere un po’ di tempo insieme, tra battute … e docce di acqua fresca.
La festa finisce con una telefonata di Marco Bechini che vuole aggiornamenti sui vari lavori ma soprattutto mi chiede di spedirgli, entro sera, il computo metrico aggiornato del CREN. Torno subito a casa per completare le ultime verifiche e per spedire il tutto.
Dopo cena era previsto un salto in discoteca ed invece, tutti d’accordo, ci fermiamo intorno al tavolino sotto il loggiato di casa, rigorosamente al buio, per una serie di discorsi edificanti e di alto spessore.
Il computer di Serena ci offre anche il sottofondo musicale e la canzone di Benigni “Quanto ti amo” fa venire i brividi!
Andiamo a letto quasi alla stessa ora di sempre, ma con Mauro dobbiamo ancora approfondire qualche elevato concetto e, non al buio ma alla luce delle candele, arriviamo quasi alle due.

DOMENICA 26 GENNAIO 2008
Come tutte le domeniche, alle sette e mezzo tutti alla messa. Oggi c’è il pienone ed è necessario l’intervento di un catechista con funzioni di “maschera” per accompagnare i ritardatari alle panche e, all’occorrenza, per invitare gli occupanti a stringersi per fare posto! Il parroco non si fa commuovere da tanta affluenza e dopo poco più di un’ora e mezzo ci invita ad andare in pace.
Torno a casa per concedermi una abbondante colazione ma quando rientra Barbara mi dice che ne avrei potuto fare a meno perché siamo tutti invitati … a due funerali.
E qui si rende indispensabile descrivere come si svolgono i funerali tradizionali: immediatamente dopo la morte, anche per motivi dipendenti dal clima, il defunto viene “interrato” dove capita, non essendoci luoghi deputati a tal scopo come i nostri cimiteri, e poi, a distanza di tempo, si celebra il “funerale” vero e proprio. La cerimonia prevede infatti che siano presenti tutti i parenti e conoscenti, a volte provenienti da luoghi lontani, e quindi l’organizzazione richiede tempi piuttosto lunghi.
La prima cerimonia alla quale partecipiamo, in una corte fuori dal villaggio in località Watinoma, è stata organizzata per una persona defunta da circa un anno.
I partecipanti si riuniscono all’interno della corte (c’è comunque anche quaggiù chi è allergico al fumo delle candele e trascorre il tempo a passeggiare nei dintorni) dove, con il prete e tutto il suo staff di catechisti e coristi, si intonano canti religiosi, si recitano preghiere e si leggono brani del Vangelo.
Seguono le orazioni ed i ricordi di alcuni parenti e amici che a turno entrano in casa per salutare il defunto: la tradizione vuole infatti che questi rimanga in casa fino alla celebrazione del funerale, poi la sua anima (o chissà cosa) può uscirne per la sua destinazione definitiva.
Dopo la lunga cerimonia, che ha quasi la durata di una messa, arriva il momento di festeggiare con una gran mangiata all’aria aperta.
Funziona un servizio di catering (ognuno porta qualcosa) ed una cucina “espressa” con forno, griglie e … l’immancabile polvere di contorno.
Dopo qualche ora ci spostiamo all’interno del villaggio, nei pressi del mercato, dove si celebra il secondo funerale. Anche qui si ripetono gli stessi riti, alla presenza di un numero maggiore di partecipanti dato che sono convenuti anche quelli che hanno festeggiato il primo defunto.
Le due cerimonie ci “impegnano” fino alle tre del pomeriggio ed al ritorno a casa siamo tutti abbastanza cotti … oltre che pieni.
Dopo il meritato riposo tardo-pomeridiano tiriamo tardi fino all’ora … di cena, passeggiando nei dintorni della missione e facendo ognuno le canoniche telefonate a casa.
In serata si presenta anche un motivo di preoccupazione per tutto il gruppo perché Mauro accusa un forte mal di testa con vertigini e vomito. Lo convinciamo a prendere due Tachipirine ed a buttarsi sul letto.
Continuiamo a commentare questo fatto spiacevole fino a quando, dopo un po’, lo sentiamo russare nel suo inconfondibile stile. Più rilassati, anche noi decidiamo di concludere qui la giornata. A domani!

1 commento:

Unknown ha detto...

E bravo il mio cuginastro!
Ho letto con piacere i tuoi resoconti, specialmente il resoconto del funerale tradizionale...
Attendo la prossima puntata.
Ciao.

Anna