giovedì 1 maggio 2008

InfoColle_ Primo Maggio a Montecarlo con la Filarmonica Puccini


Il primo maggio a Montecarlo regala non solo un degno momento di festa per i lavoratori ma associa al simbolismo della giornata lo spettacolo unico di una comunità, in questa occasione interpretato dalla Filarmonica G. Puccini con il suo annuale concerto nel Teatro dei Rassicurati. Un evento speciale, capace di colmare il Rassicurati e plagiarne il pubblico, innanzi alla consueta bravura esecutiva che la “Banda” di Montecarlo riesce ad offrire. Introdotti ed intercalati i brani dalla brava Tiziana Ulivieri, la Banda ci parla anche di se e del suo operare, promettendoci presto il proprio sbarco on line con il sito ufficiale, che attendiamo. L’esecuzione di quest’anno è stata poi allietata dalla presenza applaudita di Anna Maria Canali. Un’ora e mezza di concerto dedicato ai lavoratori, nemmeno oggi mentre scriviamo risparmiati da incidenti fatali, che ha preso il via con l’esecuzione dell’inno di Mameli e dell’Inno dei Lavoratori.
Frutto del grande pioniere del socialismo italiano Filippo Turati per il testo e del maestro Amintore Galli per la musica, l’inno dei lavoratori ha riecheggiato con le sue note a scandire, anche su suolo montecarlese, la celebrazione di una festa ormai secolare. Pare infatti secondo la tesi più nota che la celebrazione del primo maggio nasca negli Stati Uniti a seguito di alcuni incidenti e rivolte svoltesi appunto tra il primo e quattro maggio 1886 a Chicago (la cosiddetta rivolta di Haymarket), poi celebrato dal 1889 in Europa per mano della Seconda Internazionale, dal 1891 in Italia.
Nel filmato sopra un pezzo “live” del concerto 2008 con l’inno dei lavoratori di cui riproduciamo il testo:

Su fratelli, su compagne,/ su, venite in fitta schiera:/ sulla libera bandiera/ splende il sol dell'avvenir.Nelle pene e nell'insulto/ ci stringemmo in mutuo patto,/ la gran causa del riscatto/ niun di noi vorrà tradir.Il riscatto del lavoro/ dei suoi figli opra sarà:/ o vivremo del lavoro/ o pugnando si morrà.La risaia e la miniera/ ci han fiaccati ad ogni stento/ come i bruti d'un armento/ siam sfruttati dai signor.I signor per cui pugnammo/ ci han rubato il pane,/ ci han promessa una dimane:/ la dima si aspetta ancor.Il riscatto del lavoro/...L'esecrato capitale/ nelle macchine ci schiaccia,/ l'altrui solco queste braccia/ son dannate a fecondar.Lo strumento del lavoro/ nelle mani dei redenti/ spenga gli odii e fra le genti/ chiami il dritto a trionfar.Il riscatto del lavoro/...Se divisi siam canaglia,/ stretti in fascio siam potenti;/ sono il nerbo delle genti/ quei che han braccio e che han cor.Ogni cosa è sudor nostro,/ noi disfar, rifar possiamo;/ la consegna sia: sorgiamo/ troppo lungo fu il dolor.Il riscatto del lavoro/...Maledetto chi gavazza/ nell'ebbrezza dei festini,/ fin che i giorni un uom trascini/ senza pane e senza amor.Maledetto chi non geme/ dello scempio dei fratelli,/ chi di pace ne favelli/ sotto il pie dell'oppressor.Il riscatto del lavoro/...I confini scellerati/ cancelliam dagli emisferi;/ i nemici, gli stranieri/ non son lungi ma son qui.Guerra al regno della Guerra,/ morte al regno della morte;/ contro il dritto del del più forte,/ forza amici, è giunto il dì.Il riscatto del lavoro/...O sorelle di fatica/ o consorti negli affanni/ che ai negrieri, che ai tiranni/ deste il sangue e la beltà.Agli imbelli, ai proni al giogo/ mai non splenda il vostro riso:/ un esercito diviso/ la vittoria non corrà. Il riscatto del lavoro/...Se eguaglianza non è frode,/ fratellanza un'ironia,/ se pugnar non fu follia/ per la santa libertà;Su fratelli, su compagne,/ tutti i poveri son servi:/ cogli ignavi e coi protervi/ il transigere è viltà. Il riscatto del lavoro/...

Vittorio Fantozzi di Taccone

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