Nel luglio del passato anno 2007 sono ricorsi i duecento anni dalla nascita del generale Giuseppe Garibaldi. L'eroe dei due mondi, fra le icone della storia patria del risorgimento italiano, è stato un mito inossidabile per diverse generazioni dei giovani di molti paesi.
Nel corso di tutto l'anno si sono susseguite varie manifestazioni, convegni, mostre, rievocazioni e celebrazioni che continuano anche adesso in quanto ogni Comune o paese della nostra Republica vuole dare il proprio contributo se non altro da parte di quella popolazione che si sente orgogliosa di essere italiana e che considera Garibaldi fra i maggiori attori dell'avvenutà Unità Italiana di cui ricorrerano i 150 anni nel 2011.
Non esiste statista italiano che abbia cosi tante strade o piazze intitolate ed quasi ogni paese ha almeno una targa di un passaggio, discorso, celebrazione.
Anche Montecarlo ha la sua piazza Garibaldi in quanto l'antica Piazza d'armi di fronte alla Fortezza, comunemente detta “piazzetta”, fù intitolata al Duce dei Mille dal Consiglio Comunale il 21 agosto 1889.
Nella vicina Pescia nei mesi scorsi si è tenuta una mostra sul periodo garibaldino e nell'aprile è stato edito, a cura dell'Associazione storico-culturale Gente di Valdinievole, un volume scritto dal ricercatore di storia locale Cesare Bocci intitolato “IL MITO DI GARIBALDI IN VALDINIEVOLE 1848-1915” Presenza, influenza, e memoria.
L'elegante opera in color “camicia rossa” ci parla della nascita del mito di Garibaldi in Valdinievole, dei tanti garibaldini che parteciparono a vario titolo alle sue imprese vittoriose ed alle dolorose sconfitte e del loro ruolo nella società post-unitaria ancora contadina ma con forti ifluenze artigiane e liberali.
Cesare Bocci, qui, parla poco di Montecarlo, ma ci mostra tutte le lapidi che nei vari centri urbani rimandano la memoria del generale, ma sopratutto narrà nei dettagli e con la “viva voce” di un diario di un giovine che assistette all'evento, la leggendaria visita dell'eroe indomito alla citta di Pescia ed a Collodi nel dì dell'otto luglio 1867.
Garibaldi vide Montecarlo solo da lontano ma garibaldini furono diversi nostri concittadini, sia montecarlesi-doc che altopascesi.
Nelle memorie paesane rimangono le figure, e le foto, degli ultimi due eroi in camicia rossa di cui si abbia ricordo: Seghieri Ruggero abitante in “pescheria” e Frediani Eugenio San Salvatorino d'adozione.
Ma recenti ricerche del Dott. Sergio Nelli hanno trovato notizie di altri precedenti combattenti fra le file degli eroi del riorgimento a cominciare da un giovane Pardocchi quattordicenne, fuggito da casa e creduto morto, il quale invece aveva inseguito l'avventura e la “storia”.
Ho chiesto a Bocci di fissare in uno scritto specifico quanto si conosce sui garibaldini di Montecarlo per poterlo pubblicare sul Tordo, nel frattempo chi volesse dare uno sguardo a “Il mito di Garibaldi in Valdinievole 1848-1915” lo può fare acquistandolo presso l'edicola Barsi in via Roma.
I più scettici sulla diffusione del mito a Montecarlo possono poi recarsi in fondo a via Cairoli dove, sul lato dell'abitazione ex-Maionchi, si trova una pietra con scritto “VIVA GARIBALDI” i più entusiasti possono invece constatare che effettivamente l'intitolazione di una piazza è un po' poco per chi ha contribuito “a fare l'Italia disposto a morire per questo ” e che forse per un mito ed un esempio cosi ancora attuale si potrebbe fare ancora qualcosa.............
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