venerdì 13 giugno 2008

Storia & Tradizioni La Pieve di San Piero in Campo



La pieve di San Piero in Campo sorge alla sinistra del torrente Pescia Minor (attuale Pescia di Collodi) in una zona pianeggiante posta alle estreme propaggini occidentali della Valdinievole ed a pochi chilometri a meridione della Cassia Minor, una delle più importanti strade della Toscana antica e medievale, alla sua uscita dalla valle in direzione di Lucca. Recenti scavi fanno risalire l’originario edificio di culto addirittura ai tempi dell’Impero romano. La pieve giace, infatti, in una zona che per toponomastica afferma la sua più schietta romanità. Esisteva infatti in quei pressi il castrum Veneris (Veneri) ed il delubro Fanum Martis nella regione Marsualla (Marzalla).
Essendo fuor di dubbio che la chiesa di S. Piero sia una delle più antiche (se non la più antica) della Valdinievole, è presumibile che sia sorta alla fine del IV secolo, quando l’imperatore Arcadio ordinò la demolizione di tutti i templi pagani che ancora di si trovavano nelle campagne; volendo in questo modo metter fine alle rinascenti superstizioni contadine. Fu forse in questa occasione che si distrussero i templi di Veneri e del Castellare. Se queste due località, in mezzo alle quali trovasi la chiesa di San Piero, nell’epoca romana erano due centri di culto di divinità pagane, è evidente che le località stesse erano molto abitate oppure molto frequentate per essere attraversate dalla via Cassia; ragion per cui si doveva sentire il bisogno di edificare in quel luogo un tempio per il culto cristiano.
E’ noto che solo a partire dal IV secolo si cominciò ad assegnare un vero e proprio titolo alle chiese, prima definite semplicemente “case del Signore”. Così, solo a partire dal IV secolo si iniziarono ad intitolare le chiese a Salvatore (quindi, ancora al Signore) oppure a Pietro, principe degli apostoli del Cristo. E, solamente dopo il concilio di Efeso del 431 che riconobbe la Madonna come madre di Dio e quindi consacrò ufficialmente il culto della vergine, si iniziarono a dedicare chiese anche a Maria. L’intitolazione di questa pieve a San Pietro, quindi, non farebbe altro che confermare la straordinaria antichità di questo luogo di culto.

La chiesa, che per secoli ha versato in stato di grave abbandono, grazie ad un intenso lavoro di restauro è stata interamente recuperata e presto verrà riutilizzata per lo svolgimento delle funzioni religiose. Si tratta di uno tra i più dei splendidi edifici ecclesiastici in stile romanico di tutta la Toscana anche se l’edificio originale risale all’epoca tardo-antica. Secondo la tradizione fu una delle 28 Pievi Battesimali consacrate da S. Frediano Vescovo nel VI secolo ma i primi documenti certi che comprovano l’esistenza della chiesa risalgono all’846 ed al 913. Una bolla papale di Innocenzo IV del 1252 rivela la singolare considerazione che avevano di essa i Sommi Pontefici. Nel documento vengono elencate le chiese ad esse soggette: la chiesa di S. Marco del Cerruglio, la chiesa di San Salvatore, la chiesa di Santa Maria della Stradicciola (oggi Marginone) e quella di San Michele alle Spianate. Nel 1314 il borgo di San Piero in Campo venne distrutto dalle truppe di Uguccione della Faggiola, di conseguenza la pieve venne perdendo sempre più molta della sua antica importanza. Nel 1383, infatti, il vicario del vescovo di Lucca constatò che la chiesa sorgeva in un luogo abbandonato e totalmente distrutto. Con una bolla pontificia di Gregorio XII datata 29 luglio 1408 si trasferì e si riunì la pieve di San Piero in Campo, con tutti i suoi diritti e privilegi, nella chiesa di S. Andrea in Montecarlo. Privata del suo antico splendore, la chiesa di San Piero in Campo venne affidata per un lungo periodo a cappellani dipendenti dal pievano di Montecarlo ma non doveva esser bene conservata se un documento del 1486 attesta che la chiesa ospitò la bottega di un artigiano lombardo. Nel 1508 la Pieve con i suoi beni fu concessa a livello perpetuo alla nobile famiglia fiorentina dei Capponi, la quale restaurò l’edificio di culto nel 1509. Nel 1720 la villa annessa alla chiesa, divenuta residenza di campagna dei Capponi, ospitò Maria Violante di Baviera, vedova del Granduca Ferdinando di Toscana. Per tutto il XIX secolo non si hanno più notizie della chiesa anche se sappiamo che nel 1907 crollò il tetto, ma i restauri del 1908 non furono eseguiti con il rigore e l’accuratezza richiesti per un monumento di tanto pregio, così la chiesa subì danni irreparabili, anche se la copertura data dal tetto fu assicurata. Nel 1925 la chiesa venne addirittura adibita a granaio e solo nel 1947 furono effettuati i primi importanti lavori di restauro. Negli anni ’70 venne acquisita dalla Diocesi di Pescia e nel 1982 la Soprintendenza di Pisa eseguì un completo rilevamento dell’edificio. Gli attuali lavori di restauro porteranno presto al recupero dell’edificio sacro.

Per quanto riguarda le nozioni artistiche c’è da dire che l’edificio romanico è stato eretto nel XII secolo e presenta un’armoniosa facciata in pietra serena ed un portale in marmo bianco. L’aula è a tre navate, divise da nove colonne ed un pilastro che sostengono le campate di archi della facciata dell’abside mentre la torre campanaria sembra risalire ad un’epoca precedente il XII secolo. Per quanto riguarda l’architettura e le decorazioni è tra le più integre della Valdinievole, così da offrirsi come modello di edificio romanico originale in tutte le sue parti.

I recenti scavi archeologici condotti dall’archeologo Ciampoltrini hanno portato alla scoperta dell’impianto originario di una chiesa databile tra il IV ed il V secolo d.C. e di una seconda risalente al IX secolo (vedi foto). In particolare i lavori archeologici hanno riportato alla luce un’aula molto vasta con una grande abside affiancata da una cappella battesimale anch’essa absidata, all’interno della quale è stato ritrovato un fonte battesimale di epoca tardo-antica. Il complesso che è stato rinvenuto si presenta dunque come il primo grande insediamento cristiano sorto sulla direttrice della Cassia Minor e fa della Valdinievole una delle prime regioni cristianizzate di tutta la Toscana.


FONTI:
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N. RAUTY, Dedicazione delle pievi e delle parrocchie della Valdinievole al tempo delle decime della sede apostolica (seconda metà del secolo XIII) in Atti del convegno sulle pievi e sulle parrocchie della Valdinievole fino alle Rationes decimarum Italie, (Buggiano Castello, 2005), Buggiano 2006.
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S. NELLI, opera omnia

Dario Donatini

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mas quando riapre???
Geronimo

Anonimo ha detto...

Quando avranno rifatto il pavimento, nella speranza che venga lasciato il fonte battesimale recuperato in vista (speranza a quanto pare remota). Potrebbero infatti mettere delle vetrate al posto delle mattonelle almeno al di sopra dei resti del fonte, così da renderlo visibile al pubblico. La data di riapertura resta ancora un'incognita.
Dario.