mercoledì 8 ottobre 2008

Pensieri LIberi_ Quando manca un amico

Ci sono momenti, in cui alle parole vorremmo affidare il più impossibile dei compiti, come quello di colmare un vuoto, di quelli che il destino apre a voragine innanzi al cammino della vita di ciascuno. In altro modo, Silvano, non saprei descrivere ciò che provo in questi mesi, di questo impossibile riemergere dal vuoto che hai aperto sulla strada tante volte percorsa insieme. Te ne sei andato, tutto d’un tratto, senza il tuo solito preavviso, segno distintivo della tua serietà, ma quasi sembra tu non sia partito mai, tanto vive il tuo ricordo ed ancora mi parla la tua voce. Parlammo, lungamente a ripensarci, ignari fosse per l’ultima volta, nell’ombra afosa della sale comunali, ove sempre d’improvviso incrociavo il tuo sorriso complice, la tua figura retta e gentile. Parlammo a lungo e seriamente, ed oltre la stima che già ci univa capimmo entrambi di volerci bene, senza fossero parole qualunque a dovercelo dire. Ci lasciammo, in un abbraccio, con quel tuo sorriso di pace, io a rimediare qualche guaio, tu in partenza per l'amata San Vincenzo, pronto a fare il nonno, come pronto sempre ad adoperarti per ogni piccola grande umana impresa. Dicemmo di rivederci presto e credo che questa promessa tu l'abbia infine mantenuta, non solo con me ma con tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerti, fosse stato per una sola volta. Nel ritmo frenetico del vivere non passa settimana in cui, innanzi agli ostacoli ed alle faccende da sbrigare, la mente non mi richiami a te, al tuo esserci. In quante cose ci sei ancora, amico mio, in quanti momenti riecheggia e vive il tuo consiglio, la tua parola, il tuo esempio. La tua preziosa schiettezza, la prontezza del consiglio, il tono pacato, la calma invidiabile, l'aiuto senza compenso, la propensione a risolvere un problema senza acuirlo o crearne altri. Silvano, in quante giornate ed in quante imprese manchi e sei presente, in quante cose delle più semplici la vita mi richiama a te. Non hai lasciato un vuoto, non sarebbe stato il tuo stile, hai semmai voluto lasciarci un vuoto pieno di te, affinché restassimo soli ma senza solitudine. E questo è stato il dono più grande che hai potuto fare, con l'esempio della tua vita, a tutti coloro che sono stati vicino a te. Manchi due volte, Silvano, perché manca l'uomo e manca l'esempio, manca il padre, il marito, il nonno, l'amico e mancano gli uomini della tua fibra, della tua moralità. E per ogni giorno che verrà io voglio pensarti così, come ogni volta ci siamo trovati l'uno al fianco dell'altro, tu la spalla su cui contare, tu la mente cui offrire il braccio. Tu vuoi che noi ti pensiamo così e solo così potrò credere ancora, che non te ne sei andato mai.

Fantozzi di Taccone


Nessun commento: