10 mesi fa lasciavo l'Italia con tante speranze e poche sicurezze.
10 mesi fa lasciavo l'Italia con un vuoto dentro che doveva essere colmato.
10 mesi avevo una sola casa, una sola famiglia
Si ripensa, e non c'è nemmeno bisogno di rileggerlo, a quel primo post che 10 mesi fa aprì questo blog. Le analogie con il corrente post si potrebbero e si dovrebbero trovare. Le analogie con il corrente momento le potete trovare voi, non io. Troppe le differenze per scorgere, anche all'orizzonte, una similitudine. Adesso è tutto andato, tutto finito. Adesso non ci sono più speranze, solo certezze. Tutte le speranze sono andate, che si siano realizzate o meno, è un altro discorso. Tutto ciò che riguarda i passati dieci mesi, è un fatto, una certezza. E se qualcuno vuol trovare in ciò il lato positivo, si faccia avanti, perchè qui le idee scarseggiano. Magari sul "lato positivo" in una settimana settimana ci atterrerò, e questa è l'unica speranza in cui possa rifugiarmi in questo momento.
Ciò che rimane di qua invece sono dieci mesi, di pensieri positivi, di un mondo vicino all'idilliaco, dove tutto è al proprio posto, come Dio (o io?) comanda(/o). Rimane di qua il ricordo di un'esperienza impareggiabile, che non potrà e non vorrà mai essere replicata. Come tutti i sogni, anche questo non ha un inizio preciso, ma ha una fine ben difinita. Una fine che vorrebbe essere felice, ma che per tanti umani motivi non può che essere triste, malinconica, nostalgica. E non prendetela male, è la verità. La verità è che questo non è il summer camp. Questo non ritornerà il prossimo anno. E tale consapevolezza non aiuta.
Aiuta, forse, la consapevolezza di non avere scelta. In certi casi, è veramente meglio non poter usare il proprio giudizio. E in fondo questo è l'unico modo di pensare a tutta questa situazione, che altrimenti non avrebbe uscita. Scusatemi, non avrei mai pensato che sarebbe stato così difficile (nonostante me l'avessero detto prima). Spero soltanto che, come il Texas e la sua gente a suo tempo mi aiutarono perchè potessi sentire questa terra come casa mia, allo stesso modo possa ritrovare una vera casa nella mia vecchia patria.
Alla fine di tutto questo, voglio ringraziare tutti coloro per cui questo blog esiste. Babbo, mamma, Intercultura, chiunque mi abbia dato supporto durante quest'avventura. E poi i miei genitori americani, i professori, gli amici, che erano sempre vicini. Tutte queste persone che, anche se non leggeranno mai questo blog, avranno sempre un posto speciale laggiù, nel profondo di quell'organo che terrà memoria di tuttiu voi, finchè non smetterà di battere.
With love,
Jacopo
10 mesi fa lasciavo l'Italia con un vuoto dentro che doveva essere colmato.
10 mesi avevo una sola casa, una sola famiglia
Si ripensa, e non c'è nemmeno bisogno di rileggerlo, a quel primo post che 10 mesi fa aprì questo blog. Le analogie con il corrente post si potrebbero e si dovrebbero trovare. Le analogie con il corrente momento le potete trovare voi, non io. Troppe le differenze per scorgere, anche all'orizzonte, una similitudine. Adesso è tutto andato, tutto finito. Adesso non ci sono più speranze, solo certezze. Tutte le speranze sono andate, che si siano realizzate o meno, è un altro discorso. Tutto ciò che riguarda i passati dieci mesi, è un fatto, una certezza. E se qualcuno vuol trovare in ciò il lato positivo, si faccia avanti, perchè qui le idee scarseggiano. Magari sul "lato positivo" in una settimana settimana ci atterrerò, e questa è l'unica speranza in cui possa rifugiarmi in questo momento.
Ciò che rimane di qua invece sono dieci mesi, di pensieri positivi, di un mondo vicino all'idilliaco, dove tutto è al proprio posto, come Dio (o io?) comanda(/o). Rimane di qua il ricordo di un'esperienza impareggiabile, che non potrà e non vorrà mai essere replicata. Come tutti i sogni, anche questo non ha un inizio preciso, ma ha una fine ben difinita. Una fine che vorrebbe essere felice, ma che per tanti umani motivi non può che essere triste, malinconica, nostalgica. E non prendetela male, è la verità. La verità è che questo non è il summer camp. Questo non ritornerà il prossimo anno. E tale consapevolezza non aiuta.
Aiuta, forse, la consapevolezza di non avere scelta. In certi casi, è veramente meglio non poter usare il proprio giudizio. E in fondo questo è l'unico modo di pensare a tutta questa situazione, che altrimenti non avrebbe uscita. Scusatemi, non avrei mai pensato che sarebbe stato così difficile (nonostante me l'avessero detto prima). Spero soltanto che, come il Texas e la sua gente a suo tempo mi aiutarono perchè potessi sentire questa terra come casa mia, allo stesso modo possa ritrovare una vera casa nella mia vecchia patria.
Alla fine di tutto questo, voglio ringraziare tutti coloro per cui questo blog esiste. Babbo, mamma, Intercultura, chiunque mi abbia dato supporto durante quest'avventura. E poi i miei genitori americani, i professori, gli amici, che erano sempre vicini. Tutte queste persone che, anche se non leggeranno mai questo blog, avranno sempre un posto speciale laggiù, nel profondo di quell'organo che terrà memoria di tuttiu voi, finchè non smetterà di battere.
With love,
Jacopo
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