giovedì 27 marzo 2008
Il mio viaggio in Burkina Faso - terza puntata
Rieccomi! Tengo conto che la precedente puntata sia stata di un qualche interesse … visto che nessuno ha espresso lamentele … e quindi cercherò di mantenere viva l’attenzione con la descrizione di altre giornate passate in quel di Tougouri e dintorni.
MERCOLEDI’ 16 GENNAIO 2008
Per oggi era programmata un’escursione ai villaggi insieme a Barbara, ma siccome gli interessati alla gita sono molti, mi faccio da parte e rimando alla prossima (come avrò modo di spiegare in seguito, questa scelta si è rivelata particolarmente azzeccata).
Dovendo comunque riempire la mattinata, non trovo di meglio che gironzolare intorno all’atelier per continuare nei saluti con i falegnami, i sarti, i fabbri ed i meccanici, per mangiare delle brochettes de mouton (spiedini di montone) preparate dal bravo Gaspard che riesce a cuocerle a puntino malgrado sia già brillo di mattinata, per bere brakinà alla bouvette di Attanase in compagnia di Valentine, maestra d’asilo e catechista.
Con Baldo arrivano anche delle baguettes ancora calde e quindi non è difficile arrivare, tra una chiacchiera e l’altra, al momento di tornare a casa … per il pranzo preparato da Philippe.
Prima di dedicarci a questo gravoso compito, troviamo anche il tempo di passare a salutare le maestre del vicino asilo, con i bimbi che ci considerano appena perchè sono tutti impegnati a mangiare, con le mani (sporche di polvere) e accovacciati a terra, una zuppa di palline di mais affogate nell’acqua di miglio, che la cuoca dispensa a volontà dentro grosse ciotole cromate.
Il pomeriggio invece, dopo la necessaria siesta digestiva, è interamente dedicato al lavoro: con Mauro si cominciano infatti a montare le apparecchiature per creare una rete di distribuzione del segnale internet a servizio degli edifici pubblici del villaggio.
Il mio compito è quello di realizzare la struttura per posizionare l’antenna ad una altezza di circa dieci metri e questo primo intervento mi dà modo di accertare la preparazione tecnica, le capacità organizzative, la sveltezza nel fare e la incredibile disponibilità dei ragazzi che operano al Centro dell’elettricità: Roland, Mathias, Isaka, Henrique e Bernard.
In poco tempo si trovano i tubi per creare un’asta telescopica, viene scavata la buca di fondazione, gettato il basamento di calcestruzzo e, con l’aiuto del bravissimo fabbro-meccanico-agricoltore Sajobà, fatti i tiranti e saldati alla struttura portante del tetto.
Il risultato è perfetto ed anche se per oggi non si può dire lo stesso dei collegamenti internet, decidiamo di comune accordo di festeggiare con una bevuta alla bouvette.
A buio viene a trovarmi Rasmanè, il ragazzo a cui lo scorso anno avevo consegnato la bicicletta dietro indicazione di Suor Maria. Mi dice che sta bene, mi rassicura sui risultati scolastici che sono sempre buoni e poi mi chiede se posso fargli riparare le vélo perché qualcosa si è rotto.
Più che rotta sembra quasi sfasciata, anche se in parte si può giustificare con lo stato delle strade e con la scarsa dimestichezza alla manutenzione (che, soprattutto,costa!).
Gli consegno 5.000 CFA e dopo un paio di giorni torna per farmi vedere il risultato delle riparazioni e per riportare il resto della spesa … oltre ai rottami dei pezzi sostituiti.
A cena siamo a ranghi ridotti perché tutti i pisani sono tornati dall’escursione ai villaggi con problemi gastrointestinali, per alcuni anche abbastanza gravi. Serena continua ad avere la febbre per le bruciature.
Alle dieci a letto, come sempre appena si spenge la luce … ma oggi particolarmente soddisfatto dei “risultati” ottenuti.
GIOVEDI’ 17 GENNAIO 2008
Si passa tutta la mattinata a scorrazzare per il villaggio con il vecchio pick-up Toyota della missione per verificare il segnale internet. Io sono addetto alla guida perché conosco le “strade”, Mauro è seduto accanto a me con il computer che gli segnala l’intensità del segnale e Isaka, in piedi sul cassone, regge e orienta l’antenna ricevente, aiutato da Serena.
Un po’ per l’abbondante polvere che immancabilmente ci sommerge e ci intasa, ma anche perché i risultati continuano a non essere soddisfacenti, decidiamo di far sosta ad una bouvette lungo la via principale per dissetarci, mangiare qualche frittella di pasta di fagioli e mettere su un dibattito sull’utilità di dotare Tougouri di questa diavoleria moderna.
Come in tante altre discussioni, la cosa va alle lunghe perché nessuno ci mette fretta e poi all’ombra ed al fresco sotto i cannicci della veranda ci si sta proprio bene.
Alle quattro del pomeriggio insieme a Barbara andiamo all’appuntamento con Mr. Charles, il sindaco, che dovrebbe indicarci l’area sulla quale installare il nuovo impianto di irrigazione goccia a goccia.
E qui c’è la prima sorpresa: appena salito in macchina il sindaco mi dice che l’area in questione si trova fuori dal perimetro del villaggio, oltre il barrage (sbarramento che forma il lago).
Superato il primo attimo di smarrimento, Barbara, con tatto e diplomazia cerca di spiegare che il progetto finanziato prevede l’uso di una pompa elettrica e che quindi l’impianto deve essere realizzato in prossimità delle nuove linee di distribuzione, appena fuori dal villaggio.
Nulla da fare: il sindaco conferma che quella è la zona dei jardins (così si chiamano gli orti dove si produce verdura), che il terreno è pianeggiante ed è quanto di meglio si possa trovare, per cui è lì che si deve fare l’opera.
E’ la prima difficoltà nei rapporti con l’autorità locale e cerchiamo subito di scaricare la cosa sui dirigenti in Italia: dopo cena mandiamo una e-mail a Giuliano. La risposta è quasi immediata ma non risolve un granché.
Decidiamo di dormirci sopra e quando si spenge la luce, in anticipo, siamo già a letto.
VENERDI’ 18 GENNAIO 2008
Giornata pressoché inutile, conclusa senza aver realizzato nulla di fondamentale. Dopo colazione Barbara e Serena devono accompagnare Don Armando, Stefania e Consuelo a Kaya (Benedetta è sempre a letto con la febbre alta per i problemi gastrointestinali) ma prima di partire mi presentano Mr. Pascal, direttore del C.F.C., Centro di formazione dei catechisti, con il quale mi devo accordare per fare, nei prossimi giorni, il rilievo di tutti i fabbricati.
Insieme a Baldo e Mauro passiamo tutta la mattinata in parrocchia, dove si chiacchiera con i preti (Johanny, Jean Paul e Clément), si mangia e si beve.
Nel pomeriggio Philippe e Edmond (la persona che cura l’orto della missione) mi accompagnano al mercato per presentarmi a tutti. Con l’occasione facciamo tappa anche al settore “gastronomia” dove si assaggiano varie “leccornie” cotte e confezionate sul posto, tutte abbondantemente condite da continue folate di polvere … ed altro.
In una boutique lungo la strada principale e con la mediazione di Philippe che mi fa fare uno sconto di 2.000 CFA, compro una bicicletta per 38.000 CFA, l’equivalente di 58 euro.
La scelta è ampia tra due vélo: una da donna alla quale devono ancora montare i pedali ed una da uomo. Propendo per quest’ultima.
Ci vuole un sacco di tempo per avere il documento di proprietà, che è rappresentato dalla fattura con tanti timbri, perché il venditore non sa scrivere e deve trovare un sostituto, ma soprattutto a causa del dibattito che si instaura tra i numerosi presenti in merito al colore della bicicletta da riportare sul documento.
Dopo una lunga, partecipata e civilissima discussione (in un mese non ho mai sentito alzare la voce, nemmeno nelle dispute più accese), seduto su una poltrona che nel frattempo mi hanno portato perché stessi più comodo ad aspettare, visto che non si raggiungeva una maggioranza malgrado il continuo affluire di interessati, è toccato a me decidere che il colore del mezzo era violet e non bleu.
Per questa “salomonica” decisione, tutti i partecipanti si sono sentiti in dovere di congratularsi con me e salutarmi più calorosamente del solito.
Durante il giorno ricevo anche le telefonate di Don Silvio, all’ora di pranzo, e di Giuliano, poco prima di cena, che pretenderebbero ragguagli sull’andamento dei lavori (sic!).
Continua la serie delle serate che mi vedono a letto puntualmente alle dieci
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