martedì 6 maggio 2008

IN LIBRERIA_MARCO TARCHI, L'ITALIA POPULISTA, DAL QUALUNQUISMO AI GIROTONDI, IL MULINO, 2003


Un nuovo vento soffia sull’Italia, quello populista. L’innegabile successo elettorale della Lega Nord, la costante crescita numerica degli adepti di Beppe Grillo e il non trascurabile passo in avanti fatto dai dipietristi alle ultime elezioni hanno infatti scaturito un intenso dibattito tra i politologi a riguardo di quello che è stato definito da molti studiosi “l’ospite inquietante” della democrazia, perché visto come una mina attentatrice alle tradizionali istituzioni democratico-parlamentari della repubblica. Per questo è tornato d’attualità un interessante saggio sul populismo pubblicato nel 2003 da Marco Tarchi, docente di Scienza della Politica all’università di Firenze. Dopo una breve analisi di tale concetto (che sembra però sfuggire ad ogni definitiva etichettatura) e dopo averne elencato gli aspetti caratterizzanti, Tarchi pone l’attenzione al populismo italiano tracciando, in maniera ben delineata e davvero scorrevole, una breve storia di questo fenomeno scovandone le radici e definendone man mano i personaggi che, seppur in maniera diversa, lo hanno periodicamente risvegliato. Tra questi troviamo indistintamente uomini di destra e di sinistra, perché, come gli addetti ai lavori sanno, il richiamo al popolo da parte di un leader travalica le tradizionali divisioni ideologiche e può toccare in maniera indistinta e trasversale tutta l’arena politica. Il fenomeno populista, come illustra egregiamente Tarchi, affonda le proprie radici nel fascismo e torna in auge nel primo dopoguerra col movimento qualunquista di Guglielmo Giannini e con lo stile plebeo e plebiscitario del “Comandante” Achille Lauro, sindaco di Napoli negli anni cinquanta e che ad avviso dell’autore offre il perfetto identikit del leader populista. Gli attuali politici che incarnano l’idealtipo del capo populista appaiono invece Silvio Berlusconi, Marco Pannella, Umberto Bossi e Tonino di Pietro. Cosa accomuna questi leader e cosa invece li differenzia è spiegato esaurientemente nel libro del nostro politologo senza faziosità alcuna e senza false retoriche, ma nonostante il populismo sia un fenomeno variegato e multiforme una cosa appare certa: se, come scrive Tarchi, “il terreno del populismo è reso fertile dalla crescente insoddisfazione per il funzionamento della democrazia e dalla crisi morale che interessa la politica” appare scontato che il ritorno in auge di questo fenomeno attesta l’incapacità da parte dei politici di far fronte alle istanze dei comuni cittadini ed evidenzia il crescente disagio di molti italiani verso la tradizionale politica istituzionale, le sue regole ed i suoi riti.

Dario Donatini.

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