Sul colle di Montecarlo una nuova testata giornalistica fa la sua comparsa. Si tratta di “Kairos – Il Tempo di Dio”, il foglio di formazione ed informazione della Parrocchia di Montecarlo uscito in 12 pagine sabato scorso 10 maggio.
Lo scalpore, sempre tiepido nel nostro stile, si è subito manifestato nel vociare cittadino e nel più vasto circuito delle botteghe e dei bar del territorio, un vociare più attento - in questo specifico caso - non tanto al frutto quanto all’albero che l’ha generato. Il nostro Parroco e Rettore Don Giovanni Papini, difatti, a quasi due anni dal suo mandato pastorale in loco, ha fatto molto parlare di se e del proprio “apostolato”. Bene, male, rispetto a prima, rispetto ai propri doveri, sempre “secondo noi” è interrogativo che non ci compete, ci competerebbe, non ci interessa qui adesso. Dopotutto è facile ed è giusto (anche piacevole) commentare – per pudore di ogni lettore non azzardiamo la parola “giudicare” –, è nel nostro diritto di pecore del gregge giudicare il pastore, ma… siamo poi noi pecore in piena regola coi nostri doveri di buoni cristiani, o parliamo solo in qualità di cattolici praticanti? Il tutto gravita attorno, ci pare abbastanza chiaro, non solo alla forma quanto alla sostanza dell’impegno della figura del parroco, lungo uno spettro di opinioni che va da un estremo che lo vuole alla pari di un “pubblico ufficiale” tutto dedito agli aspetti pastorali (messe, confessioni, processioni, benedizioni e funerali) senza “troppi impegni civici” nel tessuto umano in cui vive, ad un altro dove l’impegno civico e sociale va proprio a discapito degli aspetti ecumenici. Tra questi estremi una ridda di sfumature critiche più o meno intense, delle quali ciascun lettore avrà avuto sentore se non parte diretta. Così deve essere come è innegabile di fatto, dato il tessuto umano montecarlese, il forte impatto – innovativo, confuso, dispersivo, creativo ognuno dica la sua – provocato dal modus operandi attuato dal Don Giovanni, da poco a Montecarlo (due anni), relativamente fresco di sacerdozio, ma non privo per questo dell’autorità per poter decidere quale “evangelizzazione” esercitare. Insomma, lo avete inteso, c’è proprio di che discutere a settimane sane, anche perché le occasioni sembrano non mancare mai – ed eccone a prova il periodico qui presentato e recensito. E torniamo, infatti, al nostro tema centrale.
Di questi tempi prolifera una venatura giornalistica come Montecarlo raramente ha conosciuto e par ci siano più giornali sul suolo nostro che in una cittadina capoluogo di provincia. A qualche distratto passante la cosa potrà subito sembrar esagerata per un piccolo territorio come il nostro, al solito concittadino che si sente a suo agio nei panni di tutore dell’ordine e del buon senso il fatto parrà fastidioso quanto inutile, per i cattedratici autonominatosi i quali soli possano discutere dei “pubblici affari” questo foglio sarà tout court una blasfemia.
Tra di noi de il Tordo le coloriture riflettono un poco quelle sopra accennate, sebbene molto più temperate e sfumate, figlie forse della cattiva abitudine a ritenere pacifico tutto ciò che non crea disagio, fosse anche una semplice discussione animata. Ma siccome anche del cosa ne pensiamo noi poco ci importa in questa sede – ci sono i commenti ed altri giorni per entrare nel merito – procediamo in breve ad una recensione del nuovo periodico.
Di carta a primo impatto riciclata in pura venatura ambientalista – ma è solo un presumere – il giornale riporta la sigla “anno 1 numero 2” per cui ci chiediamo se il numero 1 non sia stato solo un prototipo mai distribuito (Don, che ci dici?). Nell’insieme delle dodici pagine, le prime cinque sono occupate da un lungo e ben calibrato editoriale a firma del nostro parroco dal titolo “Liberare con il vangelo la gente dalla schiavitù della criminalità”. Il tema è l’attività mafiosa su suolo toscano attraverso documenti ufficiali del governo italiano e prende il via con il ricordo commosso di Don Pino Puglisi barbaramente - il termine è scelto con perizia – assassinato il 15 settembre 1993 come risposta al suo impegno e lotta contro la mafia. In completa sintonia editoriale con il resto del mondo, anche “Kairos” include una recensione libraria che ha ad oggetto “L’abbraccio benedicente” dello scrittore Henri Nouwen. Segue un commento all’enciclica di Papa Benedetto XVI “Spe Salvi” a cura del dottor Massimo Marianeschi, che il 14 marzo scorso ha tenuto una conferenza sullo stesso tema nella collegiata di Sant’Andrea. Seguono un pezzo sul perché credere ancora nella Chiesa a firma di Giampiero Ronzoni, mentre il resto della rivista è dedicato a diverse rubriche. Tra queste una pagina è interamente dedicata all’attività della Comunità Papa Giovanni XXIII sita nella frazione di Luciani, una seconda raccoglie l’attività svolta dalla Parrocchia di Montecarlo nei laboratori attivati nei locali siti in San Giuseppe, il resto invece spazia da “gli annunci della parrocchia" fino alla poesia, riflessioni dei ragazzi della Cresima ed informazioni in breve.
Nel complesso l’opuscolo ci appare ben impaginato, fluido nella lettura ed abbastanza variegato nei contenuti, per quanto certo lo possano consentire le dodici pagine iniziali. Nella speranza e nella certezza che queste poche righe possano contribuire alla ricchezza del dibattito e della riflessione di tutta la cittadinanza montecarlese, laica o meno ed aldilà delle simpatie ed antipatie, auguriamo alla redazione i migliori auguri per una pubblicazione periodica e costante, consci delle difficoltà – materiali e morali - che sappiamo si incontrino oggi nel realizzare una qualunque pubblicazione. Per informazioni e trovare il giornale telefonare allo 0583/22034 o scrivete a info@parrocchiamontecarlo.it
Vittorio Fantozzi di Taccone
mercoledì 14 maggio 2008
InfoColle_ Nasce "Kairos - il tempo di Dio", il periodico della Parrocchia di Montecarlo
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