domenica 11 maggio 2008

Memorie e Tradizioni_ "Siamo un Popolo di Pellegrini"


NOTIZIE SULLE FAMIGLIE PELLEGRINI.
DI FREDIANO PELLEGRINI.

Negli anni passati, per la rivista l’Eco della Piana, ho scritto spesso di storia locale.
E grazie alle notizie fornitemi dall’amico Sergio Nelli ho parlato di due delle famiglie più numerose di Montecarlo ed Altopascio, i Carmignani ed i Panattoni.
Non mi ero finora mai occupato della famiglia che porta il mio stesso cognome, i Pellegrini. Tale curiosità mi è stata sollecitata dalla scoperta di un omonimo, Frediano Pellegrini, vissuto alla metà del ‘500 nel borgo di Altopascio.
Sposato con Betta di Gabriello Banti, Frediano compare in atti pubblici alla fine del 1551, inizio 1552, a proposito di una dote e ad altre questioni legate a paci e compromessi con abitanti nel castello.
Questo cognome è molto frequente nelle sue varie versioni in Italia e non vi è città o paese della Toscana ove non esistano famiglie con questo nome.
Dalla consultazione dell’anagrafe e dell’elenco del telefono esso appare il cognome più numeroso nel Comune di Altopascio ed uno dei più frequenti in quello di Montecarlo, cosi come Pellegrini risiedono anche ad Orentano e Porcari, per non parlare dei confinanti Pescia e Chiesina, dove sono numerosi.
Sarebbe suggestivo pensare che il ramo dei Pellegrini che oggi abitano a Montecarlo-Altopascio sia da far risalire a mitici abitanti del distrutto castello di Vivinaia.
Come quel Ferro del fu Pellegrino, testimone di un atto di vendita di terre il 3 novembre 1253, o Pellegrini Forti presente il 31 dicembre 1264 nella chiesa di S. Andrea di Vivinaia al Consiglio Maggiore e Generale del Comune (1).
Tornando però dalla leggenda alla storia diremo che sugli alberi famigliari dei “Pellegrini” di Montecarlo, come sugli altri rami che da questa presero origine, ha lasciato memoria nel ‘600 il pievano Girolamo Pellegrini (2).
Egli dice “…la famiglia de’ Pellegrini di questo luogo , la quale vogliano alcuni che anticamente si chiamasse de’ Tolomei di Siena mediante un tal chiamato Pellegrino dalla peregrinazione e per aver celato il proprio nome per starsene incognito , già che fusse fuggito da Siena per alcuni rumori e sospetti ed accasatosi a Montecarlo ritenesse sempre il nome di Pellegrino… “.
Lo stesso Pievano continuava “….certissimo è che da Pellegrino chiamato di soprannome Pelle, esce un Matteo dal quale discendono tutte le famiglie, casate, e persone che portano i cognomi Pellegrini, Tolomei, o di Pelle…” ed inoltre “… e poiché questa famiglia e casata de’ Pellegrini, non solo è dell’antichissime di Montecarlo, ma da questa hanno origine tutte le casate principali di detto luogo…”.(3)
Certamente famiglia importante i Pellegrini a Montecarlo lo furono e nel corso dei secoli si imparentarono con molte delle altre casate notabili di Montecarlo (Tolomei, Bocciantini, Panattoni, Seghieri o Bianchi).
Acquisirono terreni e case, nel castello e nella campagna. A metà del ‘700 avevano abitazioni signorili a Montecarlo in via Roma, l’attuale casa di Piero Chiriconi, e quella sull’altro lato ai civici 42-44. (4).
I Pellegrini hanno lasciato negli anni i segni del loro passaggio nella toponomastica locale del territorio di Montecarlo, dalla Margine dei Pellegrini (5), alla località Pelli nel Poggio Baldino od al luogo detto a Pellicciotti, oppure della Fornace Pellegrini che ha dato il nome all’attuale località del Comune di Montecarlo.
L’importanza di questo casato montecarlese la si vedeva anche nelle opere di fede e di religione all’interno della chiesa di S. Andrea.
Insieme alla famiglia Tonietti, (Tognetti), i Pellegrini fecero erigere nel secolo XV , a destra dell’altare maggiore, l’altare dell’Assunzione . Tutto in pietra serena, ricco di ornati e bello nel suo stile corinzio, porta alla base sulla sinistra lo stemma in pietra dei Pellegrini, con le caratteristiche tre mezze lune e la banda orizzontale .
Tale altare, di cui ebbero il giuspatronato fino all’Ottocento, fu in seguito restaurato ed arricchito di una pittura ad olio raffigurante l’Assunzione al cielo della Vergine (6).
L’attaccamento alla Madonna della famiglia si evidenziava inoltre con l’obbligo di celebrare solennemente all’altar maggiore la festa dell’Assunta il 15 di agosto …”come festa di antica devozione della casa de’ Pellegrini”.
Ma non si può parlare dei Pellegrini di Montecarlo senza parlare di due delle persone che hanno fatto la storia di questa comunità: il Pievano Girolamo e la nobildonna Anna sposata Carmignani.
Girolamo Pellegrini nacque a Montecarlo il 27 febbraio 1603 da Antonio di Matteo Pellegrini. Fu nominato Pievano, a soli 24 anni, il 17 agosto 1627, succedendo allo zio monsignor Lazzaro Lorenzini, che aveva rinunciato all’ufficio di Pievano in favore del nipote. Girolamo guidò la chiesa di Montecarlo per 35 operosi anni di cui ha lasciato notizia nelle sopracitate memorie storiche. Negli anni del suo ministero Montecarlo ebbe un notevole numero di edifici dedicati al culto e le tradizioni e le pratiche religiose trovarono il massimo della loro espressione . Fra i fatti religiosi notevoli del suo tempo sono da ricordare la reintroduzione della Collegiata, lo sviluppo del convento delle monache aperto nel 1614, la traslazione del corpo di S. Vincenzino Martire (7), e il miracoloso salvamento della popolazione di Montecarlo dalla terribile peste del 1631 ad opera della SS. Vergine del Soccorso.
Girolamo Pellegrini mori a Montecarlo a 59 anni il 3 febbraio 1662 e fu certamente uno dei personaggi più importanti del suo tempo anche se a lui sono legati episodi che andrebbero storicamente studiati, dai forti contrasti con la famiglia dei Tolomei, (con cui i Pellegrini erano imparentati), a proposito dell’’istituzione delle ore canoniche della Collegiata di S. Andrea , all’unico episodio montecarlese riguardante l’Inquisizione, che ebbe per principale imputato Paolo Pellegrini, cugino del Pievano.(8).
L’altro personaggio degno di nota fra i Pellegrini di Montecarlo è quello della nobildonna Anna del fu Pier Andrea Pellegrini, vedova di Pier Francesco Carmignani.
Fu grazie al suo munifico contributo se il 1 maggio 1852, all’interno del monastero di Montecarlo, entrò in funzione la Fondazione Pellegrini-Carmignani, ente “ di pubblica istruzione con lo scopo della educazione morale, civile e religiosa delle fanciulle del Comune e Parrocchia di Montecarlo, per le quali unicamente ed esclusivamente fu istituita”.(9) La Fondazione Pellegrini-Carmignani ha svolto la propria benefica attività fino a pochi anni or sono, quando le ultime suore Stimmatine hanno lasciato il convento e l’edificio è passato in disponibilità al Comune di Montecarlo.
Ma il convento di Montecarlo aveva già conosciute altre Pellegrini: Maria di Paolo Pellegrini fu fra le prime fanciulle montecarlesi ad entrare in clausura nel 1614, e vi furono due superiore “Abbadesse” di questa famiglia, suor Maria Angiola nel 1668 e suor Anna Maria nel 1693.
Con il procedere degli anni ed il miglioramento delle condizioni economiche e sociali molti Pellegrini cominciarono a stabilirsi nel piano di Montecarlo , specialmente ad Altopascio.
I Pellegrini sono oggi inseriti nel ricco tessuto sociale dei due Comuni di Altopascio e Montecarlo. Qui svolgono molteplici attività economiche e produttive e partecipano alla vita politica ed associativa delle comunità, con alterne fortune ma con il medesimo impegno con cui il loro progenitore Ferro del fu Pellegrino dissodava i sassosi terreni delle coste di Vivinaia od accorreva a “parlamento” al duplice suono della campana della chiesa di S. Andrea.

Notizie pervenuteci grazie alla pubblicazione dal parte dell’Istituto Storico Lucchese, nel 1995, delle “Pergamene di Vivinaia, Montechiari, S. Piero in Campo” a cura del compianto dottor Mario Seghieri.


  1. Dalle “Memorie del Pievano Girolamo Pellegrini “ Montecarlo dall’anno 1627 all’anno 1662 “, trascrizione a cura di Maria Taci Scordo.

  2. “Memorie del Pievano Girolamo Pellegrini”, pag. 77 e seguenti .

  3. Dallo studio del dottor Mario Tori, “Case e Orti del Centro Storico Montecarlese nella prima metà del 700” risulta, che queste due abitazioni erano di proprietà del reverendo canonico Benedetto di Girolamo e dell’Alfiere Giuseppe, figli dell’Alfiere Pier Andrea del Tenente Benedetto di Antonio Pellegrini . L’abitazione posta al civico 42 confinava con una proprietà della famiglia Lorenzini, con cui i Pellegrini erano stati imparentati, e che ancora oggi conserva sul portone di accesso lo stemma Lorenzini con la graticola di S. Lorenzo.

  4. Anno 1732 Archivio Storico Montecarlo, ”danno dato”, (notizie fornitemi dall’amico Sergio Nelli) “alla Margine del sig. Alfier Pellegrini”; si tratta dell’edicola votiva sita lungo la via Contea a S. Salvatore, recentemente restaurata e oggi dedicata alla Madonna del Soccorso, e l’Alfier Pellegrini proprietario potrebbe essere il Giuseppe di cui alla nota (4). Anno 1738 Archivio di Stato di Lucca “Pellegrino di Andrea di Pellegrino Pellegrini detto Pellicciotto”.

  5. Dall’epigrafe sita sotto l’altare i restauri risultano risalire al 1603, mentre il quadro ad olio su tela della Vergine in atto di salire al Cielo avvolta in velo e veste bianca circondata da angioletti e cherubini fu dipinto dal pittore Cosimo Gamberucci nel 1610, (ipotizziamo su commissione di Antonio di Matteo Pellegrini padre del famoso Pievano ). Questo quadro è attualmente in fase di restauro e troverà nuovamente collocazione sull’altare dell’Assunzione, rivitalizzato nei suoi colori e nella sua tensione religiosa.

  6. Sotto l’altare maggiore di Montecarlo dietro una grata di stile barocco si trova un’urna contenente una statua di legno, al cui interno si trova il corpo di S. Vincenzino martire. Tale reliquia fu donata al pievano Girolamo Pellegrini nel 1650 da monsignor Taddeo Altini, sacrista del papa Innocenzo X. Per molti anni, fino al 1783, a cura della compagnia del SS. Sacramento, si celebrava con solennità la festa di questo santo il giorno 1 dicembre.

  7. Nel mese di giugno dell’anno 1657 nella casa canonica di Montecarlo di fronte al Pievano Girolamo Pellegrini e ad altri preti riuniti in ufficio inquisitorio furono interrogati diversi montecarlesi circa certi fatti accaduti per le feste di S. Pietro e Paolo dell’anno 1656. Principale imputato era Paolo Pellegrini accusato di aver composto e cantato in pubblico con l’accompagnamento della sua ghitarriglia versi scurrili ed ariette oscene nei confronti di un predicatore della devozione verso S. Antonio e avere pronunciato parole poco rispettose nei confronti di suo cugino il Pievano. Paolo Pellegrini fu arrestato ed incarcerato a Firenze nelle carceri dell’inquisizione, per quanto le varie testimonianze tendessero a farlo passare per persona burlona e poco attendibile, (…. “detto Paulo persona solita a spropositare… oppure…..dice le sue cose tanto alla pazza che non si può fare a meno di ridere “, ma nello stesso tempo come unico responsabile dei fatti accaduti.

  8. L’iniziativa di aprire un educandato per signorine all’interno del monastero partì da alcuni notabili di Montecarlo nel 1842 a seguito delle conseguenze dovute alle soppressioni napoleoniche dei conventi. Ma fu solo grazie alla generosa donazione di Anna Pellegrini che furono trovati i fondi, (ben 4000 scudi), che permisero al Governo toscano di autorizzare la creazione di un istituto per l’istruzione delle figlie del popolo all’interno dell’ex-convento di clausura.

(QUESTO ARTICOLO E' GIA' STATO PUBBLICATO QUALCHE ANNO FA' SUL MENSILE L'ECO DELLA PIANA DELL'EDITORE MARINARI)



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