Dal 22 giugno al 25 luglio prossimo il Nostro più grande artista della tela, leggasi Roberto Pasquinelli, terrà una propria “rasssegna” al Residence Porta al Prato in quel di Firenze (per i precisi l’indirizzo è via Ponte alle Mosse, civico 16). Si è lieti di questo annuncio non solo per l’amico e per l’artista, a prescindere, quanto per il significato simbolico di questo anno 2008 che sigla per il Nostro il trentennale di attività artistica. Non un traguardo ma una tappa in divenire dell’uomo che ha raffigurato con l’arte unica delle proprie mani e il dono divino di occhi attenti e sensibili, ad altri privi, l’immagine viva d’una Montecarlo che ognuno di noi porta nel cuore da generazione in generazione. I suoi colori vivi, la sua luce sotto un cielo d’uno azzurro che par fatto apposta tale per disegnare del nostro colle l’ottva meraviglia di un piccolo mondo che è solo nostro, e tale vuole essere per sempre fissato nelle tele dell’uomo della Fornace. Per chi volesse idealmente avventurarsi curioso nelle sale espositive in quel di Firenze, senza negarsi per questo un giro turistico e per lo shopping al Bottegone, allora il proprio sguardo potrà posarsi disteso e meditativo sulle scene bucoliche ivi esposte, tra uliveti, boschi, brine e stagioni fiorite sulle sponde di canali a noi ancestralmente noti e poi, ancora, campi di grano e papaveri così illuminati ed accesi che parrà di non essere tra silenti mura nel caos disperso della capitale dell’arte mondiale, quanto d’incanto trovarsi innanzi alle finestre d’una casa in Cercatoia, nel Poggio Baldino primo et secondo, a Luciani forse oltre gli archi della ferrovia.
A breve ritroveremo il Nostro presso la storica sala espositiva nel centro storico di Montecarlo in quel di via della Collegiata dove comincerà a prender forma il saluto ufficioso e dovuto a questi primi, e solo tali, trent’anni di attività. Trent’anni che non vanno letti – non vogliamo leggere, precisiamo – solo sotto il lato artistico – per cui ci sono gli occhi dei critici a quali lasciamo in tutta umiltà il compito – ma anche e soprattutto per noi l’intimo del lato umano. Ecco, allora sorgere il cammino non solo del pittore ma dell’uomo, ecco trasparire da ogni tela un tassello di vita, pregno di sentimenti ed emozioni incancellabili quanto il colore, intriso della vita d’un uomo che grazie alla sua opera, il Nostro Pasquinelli potrà far echeggiare nell’eternità.
Quando noi non saremo più ed altri montecarlesi verranno, fra decenni e decenni, figli nipoti e pronipoti verranno a vedere cosa eravamo e cosa abbiamo lasciato del nostro passaggio terreno. Allora vedranno l’occhio posarsi su questi istanti pasquinelliani e l’uomo e l’artista vivranno ancora, ed allora noi oggi onoriamoci di conoscerlo in cammino quest’uomo e potremo sperare, un domani lontanissimo, che i figli dei nostri figli possano dire a chissà quali genti venute dagli spazi infiniti “I miei avi vissero al tempo dei grandi, al tempo di Pasquinelli”.
Vittorio Fantozzi di Taccone
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