“la filosofia consiste in un pellegrinaggio tra le cose vietate” - Nietzsche
Friedrich Nietzsche è considerato da molti un filosofo capitale nella storia del pensiero moderno. I suoi scritti sono considerati capolavori di prosa ma non sono molto facili da comprendere, vista la volontaria propensione del filosofo a voler parlare “da vetta a vetta”, privilegiando in tal modo solamente le più alte cime. Pertanto ritengo questo interessante saggio di Alberto Giovanni Biuso, filosofo della mente dell’Università di Catania, un utile mezzo per avvicinarsi senza troppa difficoltà al labirinto Nietzsche. Biuso riesce, devo dire con grande destrezza, a percorrere il “fil rouge” del pensiero nicciano, toccando tutti i nodi capitali del suo pensiero, ossia l’eterno ritorno, l’amore per la grecità, la trasmutazione di tutti i valori, la morte di Dio ed il conseguente avvento del superuomo, molto ben descritto dall’autore. Quest’ultimo essere, la cui venuta è necessaria dopo la morte di Dio, è considerato da Nietzsche il perfetto crocevia tra passione, fantasia e razionalità. L’uomo superiore è l’uomo dell’attimo, capace di vivere al meglio il presente ed in grado di sopportare tutte le fatiche e le tragedie della vita, vivendole come qualcosa teso a migliorare l’uomo. Il superuomo inoltre è un uomo coraggioso e di cuore, che vive con orgoglio e conta sulle proprie forze per soggiogare ogni paura. Insomma il superuomo è colui capace di andare oltre se stesso, al di là di ogni morale precostituita. La venuta di questo nuovo essere si contrappone all’uomo d’oggi, ovvero l’ultimo uomo. Costui è massificato e conformista, soggiogato alla morale ed incapace d’indagarsi nel profondo e quindi di creare qualcosa di diverso dal già esistente. L’ultimo uomo è il prodotto della modernità, mentre il superuomo ne è il figlio. Per questo Nietzsche indaga la modernità e la decostruisce, scagliandosi in particolare contro la morale: una fabbrica di valori illusori e demistificanti volti all’annichilimento degli uomini superiori. Proprio per il suo andare contro la morale dominante (in particolare quella cristiana) Nietzsche è considerato un filosofo inattuale. Ma Nietzsche è un filosofo fuori dal suo tempo anche perché vicino alla grecità, che rappresenta il fondamento primo e lo sfondo costante della sua riflessione. Nietzsche vede infatti di buon occhio l’uomo greco in quanto capace di assorbire il dolore senza farsene distruggere e senza ricorrere ad un Dio che tutto spieghi e tutto redima. Nietzsche vede nei pensatori greci quella libertà capace di generare la vera filosofia, quella che nasce nelle piazze e nei mercati, quella non assoggettata all’ideologia dominante od allo stato, che ricerca l’utile e non la verità. Nietzsche insomma vede la Grecia come terra della nostalgia in quanto luogo di origine della filosofia ma anche della più perfetta delle opere d’arte: la tragedia attica, sorta dall’incontro dell’apollineo (ovvero la razionalità e la misura) con il dionisiaco (il caos, la passione, l’orgia vitale). L’arte è per Nietzsche la forma privilegiata di accesso a verità più profonde di quelle che mette capo la ragione e proprio i greci dalla sofferenza (conobbero in modo intenso i terrori e le atrocità dell’esistenza) crearono l’arte assieme ai loro famosi miti. Biuso ci regala con questo scritto una buona occasione per confrontarsi con il più enigmatico filosofo tedesco e comprenderne i suoi preziosi messaggi filosofici, perché, come dichiara Giorgio Colli “il pensiero di Nietzsche serve ad una cosa sola, a farci guardare al di là di tutti i nostri problemi”.
Dario Donatini.
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