sabato 29 novembre 2008

NOVITA’ AL BAR DA FABIO: IL GIRO DI PIAZZA (A CALCI NEL CULO)


Cari amici, sono certo che il titolo da Vernacoliere vi stupirà ma credetemi che il giro di piazza a calci nel culo è stato davvero provato la scorsa notte da un peregrino di Altopascio. In cambio di cosa? Beh, in cambio di un Mars. Si, proprio di quel delizioso cioccolatino di cui vanno matti i nostri bambini. Tutto ciò vi sembra assurdo? Allora cerchiamo di mettere insieme i pezzi di questa strana vicenda.
Tutto iniziò una notte di inizio autunno quando, al bar da Fabio, rintoccava l’una di notte. Il freddo iniziava a pungere e la stanchezza sembrava pervadere il corpo del nostro avventore altopascese che, per tirarsi un po’ su, scelse di acquistare la nota barretta di cioccolato al bar sansalvatorino. Non ci fu mai mossa più funesta, perché, mentre stava pagando il conto, entrò dalla porta il Demone della bassa piana. Occhi della tigre, sguardo minaccioso e… piede pronto al tiro. I due si guardarono a lungo, il nostro malcapitato era attonito, disperso, avrebbe voluto mai essere lì. Rimase di gesso alcuni secondi poi accennò una rapida fuga, l’unica ancora di salvezza, ma fu subito ripreso con uno scatto felino appena fuori la porta d’ingresso. Ebbe inizio la mattanza e la fortuna non fu certo dalla sua parte: ebbe parcheggiato in fondo alla piazza. Correva alla cieca, come una zebra rincorsa da un leone affamato, e ad ogni passo riceveva un fendente nel sedere, di quelli che fanno male, di quelli che pungono come frecce arroventate. Soffriva, il nostro sfortunato amico, ma correva più che poteva, come chi sa bene che fermarsi sarebbe equivalso ad una fine ancor più tremenda. Dopo essere giunto alla macchina scrivendo sul terreno una parabola arcuata, aprì la portiera e finalmente riuscì a mettersi in salvo da quella furia bestiale. Chiuse la vettura, dolorante come una vongola in padella, sospirò, emise suoni indecifrabili e ripartì per la patria lontana. Fu visto alcuni giorni dopo con l’animo a terra, mentre camminava a passo lento con una fascia al collo che gli sorreggeva la mano livida. Del motivo della mattanza non posso riferire: dirò solo che le umane passioni spingono spesso l’uomo a gesta spietate ed imprevedibili. Non posso aggiungere di più.

OMBRA DELLA NOTTE

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