Qualcosa sta germogliando a Montecarlo, anche se è il primo di gennaio e la primavera è lontana, in questo Capodanno nuvoloso dove solo chi ha la costanza di alzare spesso lo sguardo al cielo può avere la fortuna di carpire l'apparire fugace di un pallido raggio di sole. Non è la vista però il senso necessario a chi volesse seguire il filo del mio discorso, oggi, bensì l'udito. E' l'ascolto che mi ha offerto questa sensazione del germogliare, quando nel pomeriggio le voci del Coro della Collegiata si sono alzate in unanime candore, stagliandosi ben al di sopra del vasto pubblico, delle luci delle candele e dei secolari paramenti sacri che ne hanno fatto imparabile cornice.
Più di un anno è trascorso dalla nascita e dall'esordio di questi nostri concittadini, chiamati a raccolta dalla passione duplice della fede e del canto, passione personalissima che di questi elementi ha saputo fare una sublime sintesi che, in questo inizio d'anno, non può essere sfuggita a nessuno dei presenti. L'albero germoglia, tanto lunga si è fatta la strada dell'esperienza svolta nel volgere dell'anno appena trascorso che viene lecito pensare come le sue radici, tanto profonde nel loro ancorarsi a tradizioni più che millenarie – la fede ed il canto, ancora -, non possano gelare mai.
Oggi il Coro della Collegiata di San Andrea è un fatto e stasera una comunità intera ne è stata testimone partecipe e plaudente, capace di riconoscerne non solo l'esistenza quanto è più basilarmente l'organizzazione e la capacità esecutiva sotto la direzione del nostro Micheli, a cui il ruolo par proprio cucito dal destino fatto sarto. Con un repertorio classico del periodo natalizio e non, ma non per questo meno difficile e impegnativo, questo ensemble vocale di ciò che resta di Vivinaia può dirsi pronto a dar voce a qualunque tempio ed a qualunque piazza. Il bello è, lo si è capito stasera e lo si auspica da domani, che ciò avverrà. Intanto questa domenica a San Salvatore alle 17 la magia si ripeterà ancora per chi oggi l'avesse persa per qualunque motivo. Passate parola allora, staccate dal web e venite a prendere posto accanto a Don Ildo, per darci tutti assieme il benvenuto migliore a quest'anno tutto nuovo, da vivere e costruire... perchè non farlo sulle note di una melodia che vuol parlare alle menti ed ai cuori.
Vittorio Fantozzi
Più di un anno è trascorso dalla nascita e dall'esordio di questi nostri concittadini, chiamati a raccolta dalla passione duplice della fede e del canto, passione personalissima che di questi elementi ha saputo fare una sublime sintesi che, in questo inizio d'anno, non può essere sfuggita a nessuno dei presenti. L'albero germoglia, tanto lunga si è fatta la strada dell'esperienza svolta nel volgere dell'anno appena trascorso che viene lecito pensare come le sue radici, tanto profonde nel loro ancorarsi a tradizioni più che millenarie – la fede ed il canto, ancora -, non possano gelare mai.
Oggi il Coro della Collegiata di San Andrea è un fatto e stasera una comunità intera ne è stata testimone partecipe e plaudente, capace di riconoscerne non solo l'esistenza quanto è più basilarmente l'organizzazione e la capacità esecutiva sotto la direzione del nostro Micheli, a cui il ruolo par proprio cucito dal destino fatto sarto. Con un repertorio classico del periodo natalizio e non, ma non per questo meno difficile e impegnativo, questo ensemble vocale di ciò che resta di Vivinaia può dirsi pronto a dar voce a qualunque tempio ed a qualunque piazza. Il bello è, lo si è capito stasera e lo si auspica da domani, che ciò avverrà. Intanto questa domenica a San Salvatore alle 17 la magia si ripeterà ancora per chi oggi l'avesse persa per qualunque motivo. Passate parola allora, staccate dal web e venite a prendere posto accanto a Don Ildo, per darci tutti assieme il benvenuto migliore a quest'anno tutto nuovo, da vivere e costruire... perchè non farlo sulle note di una melodia che vuol parlare alle menti ed ai cuori.
Vittorio Fantozzi
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