Allorquando i primi esperimentatori di Strade Ferrate si turarono gli orecchi al violentissimo e inarmonico fischio della locomotiva, forse non supponevano che sarebbe venuto il giorno, in cui il medesimo fischio avrebbe colmato di beatitudine e di voluttà i pubblici colti e intelligenti, che con tanto di bocca spalancata assistevano all’esecuzione della gran fantasia sul vapore.
Carlo Collodi
Carlo Collodi
L’ARRIVO DEL TRENO A MONTECARLO (1848)
Il 16 luglio 1848 la strada ferrata “Maria Antonia” Lucca-Firenze raggiunse San Salvatore. E, sino a quando non raggiunse Pescia (il 26 dicembre 1848), la locomotiva venne adoperata per spingere avanti il treno e non per trarlo dietro a sé, in quanto non esisteva nella nostra stazione un piattaforma destinata ad invertire il senso di marcia della locomotiva per il ritorno a Lucca. Fu proprio a metà dell’Ottocento - secolo di grandi rivoluzioni e di grandi trasformazioni socio-economiche - che il granduca Leopoldo II Lorena si accordò coi sovrani lucchesi al fine di agevolare le comunicazioni tra i due stati. Nonostante, però, la linea Firenze-Lucca fosse stata concordata sin dal 1841 fu completata solamente nel febbraio 1959, a seguito dell’inaugurazione della lunga ferrovia di Serravalle. La ferrovia, che attraversa longitudinalmente la Valdinievole, dette un forte impulso ai commerci dei prodotti finiti delle numerose ed attive industrie pesciatine, che portò ad una espansione degli insediamenti insediativi nella vallata (vennero infatti occupati terreni solamente un secolo prima ritenuti insalubri e malarici). L’avvento della ferrovia fu dunque un vero toccasana per l’industria manifatturiera e agricola pesciatina e per tutti quei centri che, come Montecarlo, avevano relazioni con essa. Purtroppo, i progetti che prevedevano la costruzione di una linea ferroviaria in grado di collegare la Maria Antonia alla strada ferrata “Leopolda” Firenze-Livorno (1844-1848) furono bocciati dai granduchi lorenesi in quanto ritenuti troppo onerosi e poco utili alle finanze dello stato. Tali progetti, che risalivano al 1845, prevedevano la costruzione di un tratto di ferrovia che fosse in grado di collegare Monsummano con Empoli. Con questa decisione si negò alla Valdinievole un importante fattore per il suo sviluppo economico. Nonostante ciò e sebbene sia ancora a binario unico, la direttrice Lucca-Firenze resta ancora oggi una rilevante via di comunicazione intra-regionale e lo dimostra il grande numero di pendolari che la utilizzano ogni giorno per motivi di studio o di lavoro.
L’ADDIO DEL TRENO A MONTECARLO (2008)
Come noto, la regione Toscana si colloca agli ultimi posti della graduatoria nazionale per la dotazione di infrastrutture ferroviarie, sia in rapporto alla popolazione che alla sua estensione territoriale. Ciò è dovuto ad insieme di co-fattori, come ad esempio la crescita disarmonica e caotica avute da molte città negli ultimi decenni ed i mancati o ritardati investimenti nelle infrastrutture ferroviarie. Non si è così potuto provvedere al raddoppiamento di tratti ferroviari che attirano discreti flussi pendolari come quello che collega Pisa a Pistoia o quello che unisce Empoli con Siena. Si sono semmai privilegiate le infrastrutture tese a collegare Firenze con le principali città d’Italia. Ora, non voglio in questa sede far polemica sul penoso stato in cui versa la rete ferroviaria regionale della Toscana (anche se ci sarebbe molto da dire) e nemmeno compiere una critica serrata alle discutibili manovre d’azione di Trenitalia negli ultimi anni. Voglio solo portare alla luce l’assurdità di una scelta che penalizza fortemente i nostri pendolari.
La nostra stazione presenta un buon numero di utenze, quantitativamente inferiore al periodo anteriore al boom automobilistico, ma non per questo privo di significato. Si parla di 30/40 utenti giornalieri (registrati nel periodo scolastico). La maggior parte di questi pendolari si reca a Lucca (che è il nostro capoluogo) od a Pisa (per l’Università). Ora, nel momento in cui è entrato in vigore il nuovo Memorario (nell’aprile 2008), che ha di fatto moltiplicato il numero di treni che transitano ogni dì sulla Maria Antonia, sono state anche soppresse le tre vecchie fermate (delle ore 6:21, 7:28 e 8.15) che consentivano ai nostri pendolari di raggiungere Lucca entro le nove del mattino. Quindi attualmente il primo treno disponibile per raggiungere Lucca è quello che ferma nella nostra stazione alle 9:02 e che consente di raggiungere Lucca per le 9:30. Pare così ovvio che questo treno risulti inutilizzabile sia per gli studenti delle scuole superiori che per lavoratori dipendenti e universitari, vista l’incompatibilità con gli orari di accesso alle scuole ed agli uffici. Ma non finisce qui. Nel 2008 si è formato un comitato dei pendolari montecarlesi che ha fatto subito presente a Trenitalia l’assurdità dell’eliminazione della fermata del treno 3040 delle 7:28, che ferma in tutte le stazioni ferroviarie (anche Tassignano e Serravalle Pistoiese, che hanno uno scarso bacino di utenza) eccetto la nostra. Come se non bastasse, tale soppressione non ha assolutamente giovato alla puntualità del 3040, che arriva a Lucca con un ritardo cronico di circa 15 minuti. Infatti il 3040 compie almeno 2 incroci nelle stazioni minori (Porcari e Tassignano) che provocano al treno discreti ritardi. Quindi, cadono i motivi dati da Trenitalia a riguardo della soppressione della fermata, ossia quelli inerenti la puntualità del treno. Difatti per Trenitalia un’eventuale fermata a Montecarlo farebbe perdere al treno ben 2 minuti, tali da gravare pesantemente (?) sulla sua puntualità. Peccato però che a Porcari ed a Tassignano si perdano almeno 7-10 minuti al giorno per attendere gli incroci con gli altri treni. Quindi basterebbe spostare l’incrocio da Porcari ad Altopascio per ovviare ai problemi riguardanti gli incroci. Purtroppo, le richieste del Comitato non sono state prese in seria considerazione e per risolvere il problema della soppressione la provincia di Lucca ha istituito (a sue spese) un servizio navetta, che parte dalla stazione di San Salvatore alle 7:15 e che consente ai pendolari montecarlesi di arrivare ad Altopascio in tempo per prendere il 3040 che, come detto, non ferma nella nostra stazione.
La navetta però presenta numerosi problemi e controindicazioni. In primo luogo è limitata solo al periodo scolastico (indi da metà settembre a metà giugno) e non è presente nei giorni festivi (per contro il 3040 è presente anche la domenica). Quindi, lavoratori studenti universitari o comunque utenti che non limitano il loro pendolarismo al periodo scolastico si trovano senza mezzi di trasporto pubblici (infatti non vi sono autobus di linea che fermano a San Salvatore, località che comunque sfiora i mille abitanti). Inoltre la navetta è per sua natura un servizio molto aleatorio in quanto si sono verificati spesso guasti oppure ritardi dovuti a cattive condizioni metereologiche. Ne deriva che in molti sono costretti a servizi di mezzi propri per raggiungere la stazione di Altopascio, non fidandosi della navetta (la cui presenza, peraltro, non è stata minimamente pubblicizzata da Trenitalia e Provincia).
Quindi, per concludere:
Come noto, la regione Toscana si colloca agli ultimi posti della graduatoria nazionale per la dotazione di infrastrutture ferroviarie, sia in rapporto alla popolazione che alla sua estensione territoriale. Ciò è dovuto ad insieme di co-fattori, come ad esempio la crescita disarmonica e caotica avute da molte città negli ultimi decenni ed i mancati o ritardati investimenti nelle infrastrutture ferroviarie. Non si è così potuto provvedere al raddoppiamento di tratti ferroviari che attirano discreti flussi pendolari come quello che collega Pisa a Pistoia o quello che unisce Empoli con Siena. Si sono semmai privilegiate le infrastrutture tese a collegare Firenze con le principali città d’Italia. Ora, non voglio in questa sede far polemica sul penoso stato in cui versa la rete ferroviaria regionale della Toscana (anche se ci sarebbe molto da dire) e nemmeno compiere una critica serrata alle discutibili manovre d’azione di Trenitalia negli ultimi anni. Voglio solo portare alla luce l’assurdità di una scelta che penalizza fortemente i nostri pendolari.
La nostra stazione presenta un buon numero di utenze, quantitativamente inferiore al periodo anteriore al boom automobilistico, ma non per questo privo di significato. Si parla di 30/40 utenti giornalieri (registrati nel periodo scolastico). La maggior parte di questi pendolari si reca a Lucca (che è il nostro capoluogo) od a Pisa (per l’Università). Ora, nel momento in cui è entrato in vigore il nuovo Memorario (nell’aprile 2008), che ha di fatto moltiplicato il numero di treni che transitano ogni dì sulla Maria Antonia, sono state anche soppresse le tre vecchie fermate (delle ore 6:21, 7:28 e 8.15) che consentivano ai nostri pendolari di raggiungere Lucca entro le nove del mattino. Quindi attualmente il primo treno disponibile per raggiungere Lucca è quello che ferma nella nostra stazione alle 9:02 e che consente di raggiungere Lucca per le 9:30. Pare così ovvio che questo treno risulti inutilizzabile sia per gli studenti delle scuole superiori che per lavoratori dipendenti e universitari, vista l’incompatibilità con gli orari di accesso alle scuole ed agli uffici. Ma non finisce qui. Nel 2008 si è formato un comitato dei pendolari montecarlesi che ha fatto subito presente a Trenitalia l’assurdità dell’eliminazione della fermata del treno 3040 delle 7:28, che ferma in tutte le stazioni ferroviarie (anche Tassignano e Serravalle Pistoiese, che hanno uno scarso bacino di utenza) eccetto la nostra. Come se non bastasse, tale soppressione non ha assolutamente giovato alla puntualità del 3040, che arriva a Lucca con un ritardo cronico di circa 15 minuti. Infatti il 3040 compie almeno 2 incroci nelle stazioni minori (Porcari e Tassignano) che provocano al treno discreti ritardi. Quindi, cadono i motivi dati da Trenitalia a riguardo della soppressione della fermata, ossia quelli inerenti la puntualità del treno. Difatti per Trenitalia un’eventuale fermata a Montecarlo farebbe perdere al treno ben 2 minuti, tali da gravare pesantemente (?) sulla sua puntualità. Peccato però che a Porcari ed a Tassignano si perdano almeno 7-10 minuti al giorno per attendere gli incroci con gli altri treni. Quindi basterebbe spostare l’incrocio da Porcari ad Altopascio per ovviare ai problemi riguardanti gli incroci. Purtroppo, le richieste del Comitato non sono state prese in seria considerazione e per risolvere il problema della soppressione la provincia di Lucca ha istituito (a sue spese) un servizio navetta, che parte dalla stazione di San Salvatore alle 7:15 e che consente ai pendolari montecarlesi di arrivare ad Altopascio in tempo per prendere il 3040 che, come detto, non ferma nella nostra stazione.
La navetta però presenta numerosi problemi e controindicazioni. In primo luogo è limitata solo al periodo scolastico (indi da metà settembre a metà giugno) e non è presente nei giorni festivi (per contro il 3040 è presente anche la domenica). Quindi, lavoratori studenti universitari o comunque utenti che non limitano il loro pendolarismo al periodo scolastico si trovano senza mezzi di trasporto pubblici (infatti non vi sono autobus di linea che fermano a San Salvatore, località che comunque sfiora i mille abitanti). Inoltre la navetta è per sua natura un servizio molto aleatorio in quanto si sono verificati spesso guasti oppure ritardi dovuti a cattive condizioni metereologiche. Ne deriva che in molti sono costretti a servizi di mezzi propri per raggiungere la stazione di Altopascio, non fidandosi della navetta (la cui presenza, peraltro, non è stata minimamente pubblicizzata da Trenitalia e Provincia).
Quindi, per concludere:
1 - IL COMITATO DEI PENDOLARI MONTECARLESI CHIEDE IL RIPRISTINO DELLE FERMATE DEI TRENI 3040 (7:21) E 3038 (6:21) IN MODO DA GARANTIRE UN SERVIZIO MIGLIORE AI MOLTI PENDOLARI MONTECARLESI CHE SI RECANO A LUCCA ED A PISA, COSI’ DA SOPPRIMERE UN COSTO INUTILE CHE GRAVA SULLE SPALLE DELLA PROVINCIA DI LUCCA.
2 - MERCOLEDI’ 4 MARZO, ALLE ORE 11.30, CI INCONTREREMO A FIRENZE CON L’INGEGNER MARINI (RAPPRESENTANTE DELLA REGIONE TOSCANA) PER CERCARE DI OTTENERE IL RIPRISTINO DELLE FERMATE SOPRAELENCATE. CHIUNQUE VOLESSE AIUTARCI NELL’ARDUA IMPRESA E’ BEN ACCETTO.
Dario Donatini
3 commenti:
ciao Dario da sempre combatto le ingiustizie contro i pendolari...nei miei 9 anni di utilizzo del treno per andare a firenze ne ho viste di tutti i colori..ho incntrato diverse volte iresponsabili di trenitalia....fatto presentare ordini del giorno in consiglio regionale da tutte le forze politiche...ma nel nostro paese si continua a favorire l'alta velocità a discapito dei disgraziati che tutti i giorni devono prendere un treno normale per mille motivi...se te mi autorizzi, prendo queste notizie e le pubblio sul Tirreno del quale da qualche settimana sono il corrispondente per Montecarlo. In più mi puoi inserire tra gli iscritti al comitato!!saluti Angelo Monaco
ma perchè trenitalia se ha dei ritardi fissi che dimostrano che sono stati fatti male gli orari pubblici non li riscrive? E' inutile sopprimere le fermate per fare prima, se ci vuole 15 o 20 minuti in più basterebbe saperlo e tenerne di conto!
Forse si eviterebbe di cambiare l'incrocio di treni e si limiterebbero le barzellette sulla celerità di trenitalia.
Grandepuffo
Come è andato l'incontro con Trenitalia a Firenze ?
C'è qualcosa che ci puoi far sapere Dario ?
Frediano-
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