giovedì 5 marzo 2009

TRADIZIONI POPOLARI - LA QUARESIMA

Istituita dalla chiesa nel III secolo in memoria dei quaranta giorni di digiuno, preghiera e resistenza alle tentazioni di Gesù nel deserto, la quaresima è quel periodo di transizione che, dopo il carnevale, ha la funzione di preparare il corpo e l'anima alla celebrazione della Pasqua.
Periodo di penitenza dopo la follia collettiva del carnevale e tempo di rinnovamento spirituale per preparare la festa della Pasqua, nella tradizione la quaresima coincide quasi ovunque con l'astinenza dagli eccessi alimentari e della carne.
La carne infatti era ritunuta un alimento proprio delle mense ricche e non indispensabile alla sopravvivenza dell'uomo.
A volte non erano neppure permessi latticini ed uova, in quanto prodotti contenenti grassi animali. Va però detto, a onor del vero, che anticamente a Roma, per meglio sopportare il periodo quaresimale, alcuni dolci come il pazientino o i maritozzi erano concessi.
Tempo di grande rigore contrassegnato liturgicamente dal colore viola, in questo periodo era vietato celebrare matrimoni ed ogni attività che potesse distrarre dall'ascolto della Parola.
Gli spettacoli erano dunque sospesi ed è per questo che ancora oggi fra gli artisti si ritiene che il viola, essendo associato ad un periodo di mancanza di lavoro, sia indice di sfortuna.
Anticamente la disciplina del digiuno quaresimale era quanto mai radicale. Nel quindicesimo secolo era ancora in vigore la legge che condannava a morte i macellai che vendevano carne durante la quaresima.
Sono diverse le usanze che accompagnano in tutta Italia la quaresima.
Inoltre, durante il perido quaresimale, la tradizione imponeva il compiersi di alcune usanze propiziatorie, come per esempio tagliare i capelli il primo venerdi di marzo per tenere lontani mal di testa e febbre per un intero anno, far rompere ai fanciulli, nella prima domenica di quaresima, una pignatta piena di dolci per rendere evidente la definitiva chiusura dei divertimenti carnevaleschi.

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