Questa è stata pubblicata nel munero del 23 dicembre 07 con risposta del Direttore del settinanale Alberto Mingone.
Ogni giorno i mass media ci pongono di fronte al fenomeno migratorio che coinvolge migliaia di persone costrette a varcare i mari con mezzi improvvisati e fatiscenti alla ricerca di un sogno destinato ad infrangersi non appena toccate le coste italiane.
Ogni cittadino di buon senso pensa che non potrà continuare all'infinito cosi.
Il bisogno di porre una regola a questi nuovi arrivi, la necessità di gestire la loro situazione organizzativa, nonché il crescente senso di insicurezza personale e sociale della nostra popolazione sono tutti interrogativi che richiedono solerti risposte.
Apparirà evidente a tutti la necessità di fare quanto possibile per creare le condizioni sociali ed economiche affinché queste moltitudini abbiamo la possibilità di continuare a vivere dignitosamente nel proprio paese di origine.
Pochissime persone sarebbero disposte ad affrontare situazioni pericolose di viaggio, ed incognite di vita degradanti ed umilianti se avessero la possibilità di vivere in pace e serenità nella patria in cui sono nati.
Il mondo occidentale si dovrebbe porre un interrogativo di carattere morale: e' giusto che pochi milioni di persone possano continuare a vivere nella loro "insoddisfatta" opulenza mentre la maggioranza degli uomini e delle donne di questo pianeta non riescono a soddisfare le necessità primarie ?
Per quello che riguarda l'Africa tanto è già stato fatto da parte di Associazioni, Chiese, Governi e singoli individui al fine di promuovere le condizioni di pace, migliorare le conoscenze scientifiche, promuovere le singole economie e favorirne lo sviluppo .
Migliaia sono le persone impegnate a perseguire questo obiettivo: attraverso l’erogazione di aiuti economici, la fornitura di beni materiali o l'impegno personale all’interno di strutture di volontariato laico e cattolico.
La Regione Toscana a livello istituzionale, associativo e di volontariato è da molti anni in prima fila in molti progetti di cooperazione ed in tante aree di crisi africane: dalle zone sub-sahariane, al corno d'Africa fino al sud Africa.
Forti di questo esempio siamo chiamati a compiere ogni sforzo utile affinché questi progetti siano coordinati e continuativi e consentano il raggiungimento di condizioni di conoscenza ed autonomia economica permanenti nel tempo.
Tanti Saluti a tutti.
Frediano Pellegrini Pescia.
Nessun commento:
Posta un commento