mercoledì 19 marzo 2008

InfoColle_ Il mio viaggio in Burkina Faso - seconda puntata

Visto l’interesse di tanti, e non me lo aspettavo in tale misura, per la parte “emotiva” della mia esperienza africana, sono curioso di sapere se desterà altrettanta attenzione il resoconto “cronachistico” del viaggio.
Se la tal cosa dovesse annoiare, è sufficiente dirlo dopo questa seconda puntata e terrò per me tutto il resto. Un barkà (grazie) in anticipo a coloro che invece riterranno meritevole proseguire nella lettura.
NOTA: la descrizione dei fatti non è solo frutto dei ricordi ma è ripresa da un diario che ogni sera ho avuto cura di aggiornare.

DOMENICA 13 GENNAIO 2008
Dopo gli ultimi tempi piuttosto stressanti per la tensione, per i preparativi del viaggio, per l’organizzazione del lavoro in ufficio in previsione della mia lunga assenza, per il distacco da casa e dalla famiglia …. dopo giorni di appetito ridotto e notti di sonno disturbato ….. accompagnato da mia moglie Grazia e dai figli Chiara e Filippo alle 5,00 parto da casa (temperatura 3 gradi), alle 6,00 si arriva all’aeroporto di Pisa e dopo le formalità di rito al check-in, i saluti con un po’ di commozione … alle 6,40 passo il controllo bagagli e … comincia il viaggio!
C’è subito un intoppo perché la gentile addetta al controllo del bagaglio a mano non ne vuol sapere di imbarcare un rotolo di cavo telefonico e non si convince nemmeno quando le presento la dichiarazione che mi ha rilasciato il Centro Diocesano per la Cooperazione Missionaria (del quale per un mese sarò collaboratore).
In compenso l’aereo della BRIT AIR (quasi una scatoletta) parte in perfetto orario alle 7,35 e arriva addirittura in anticipo di dieci minuti all’aeroporto Charles De Gaulle (CDG) di Parigi.
Una bella camminata dal terminal di arrivo C2 a quello di partenza D2, dove mi attende una lunghissima fila per il controllo dei documenti e del bagaglio a mano.
Il tempo a disposizione non è molto ma un sacerdote che viene in Burkina mi tranquillizza dicendo che l’aereo di solito aspetta!
All’imbarco ritrovo Mauro Ciaramaglia di Torino, che ho già conosciuto in uno degli incontri settimanali a Vicopelago e che sarà per un mese il mio caro compagno di camera … e di avventura.
Con più di un’ora di ritardo, alle 12,20 si parte con un Airbus A340 dell’AIR FRANCE: l’aereo è pieno ed il viaggio, oltre che lungo, si dimostra piuttosto noioso.
Il ragazzotto americano seduto accanto a me non contribuisce per nulla ad ammazzare il tempo, perché appena appena si sforza di sorridere e per il resto dorme, mangia e si rintontisce con la musica a palla delle cuffiette (per la cronaca, si chiama Sthoner Michael ed è nato alle Hawai il 17 maggio 1974 … se vi dovesse capitare, scansatelo).
Verso le 18,00 si fa scalo a Niamey, capitale del Niger, dove scendono quasi tutti i passeggeri. Per solidarietà, o perché è confuso dal viaggio, scende anche Mauro e per fortuna la hostess del controllo passaporti, in fondo alla scaletta, lo rimanda indietro.
Alle 19,00 (ora locale, le 20,00 in Italia) finalmente si arriva a Ouagadougou dove troviamo una temperatura 32 gradi. Nessun problema di dogana e per recuperare i bagagli. Baldo è fuori ad aspettarci.
Prima telefonata a casa per tranquillizzare tutti, sosta per rinfrescarci al “Residence Sainct Victor” dove passeremo la notte (una specie di albergo dei poveri …) e poi Baldo ci porta a “La Forêt”, uno dei migliori ristoranti della città, riservato quindi ai soli turisti, dove però si mangia un ottimo filetto e piselli e si beve la prima birra Brakinà.
Prima di tornare in albergo ci fermiamo per un caffè in un bar pieno di gente che sta guardando la partita di calcio tra il Milan ed il Napoli (risultato finale 5 a 2).
Da un venditore ambulante compro per 4.000 CFA (franchi sefa), circa 6 euro, una maglietta etnica che piaceva molto a Mauro, ma gli stava grande.
Alle 22,30, molto stanco e con la prima polvere già addosso, mi butto nel letto per una dormita profonda … la prima dopo tante notti.

LUNEDI’ 14 GENNAIO 2008
Alle 6,00 il cellulare di Mauro sveglia tutti e subito dopo una doccia rinfrescante (l’acqua calda non è prevista nei servizi dell’albergo) possiamo cominciare a riassaporare il caos, la polvere, l’inquinamento e il rumore della capitale del Burkina.
Dobbiamo cambiare gli euro in CFA ma le attività dei libanesi, che offrono le condizioni migliori, sono tutti chiuse: ci informano che per un grave fatto di sangue con un burkinabè, sono stati “invitati” a non farsi vedere per un po’, almeno fino alla cattura del colpevole.
Tra l’altro la notizia di un omicidio, clamorosa e poco usuale da queste parti, ha fatto già il giro della città e tutti si sentono in dovere di commentarla con grande partecipazione.
Con la gola già intasata dalla polvere e dai gas partiamo per Kaya dove facciamo una sosta per il pranzo a “La Fraternitè”, che è di fatto il ristorante dei preti.
Qui incontriamo Don Armando, Stefania e due ragazze, Benedetta e Consuelo, dell’Associazione Balobasha di Perignano, accompagnate da Serena, volontaria a Tougouri.
Dopo pranzo c’è l’incontro con i primi amici già conosciuto l’anno scorso: l’Abbè Johanny parroco di Tougouri, Soeur Edvige (la suora più bella del Burkina, con un sorriso contagioso) e il Vescovo di Kaya che, insieme al benvenuto, ci dà la sua benedizione.
Alle cinque del pomeriggio si arriva finalmente a Tougouri dove si sprecano gli abbracci con Barbara, il cuoco Philippe, il “dottore” Rigobert, e tanti altri amici.
Dopo l’emozione ritrovata della doccia con il ramaiolo ed una cena rinforzata con le provviste tirate fuori dalle valige, mi distendo su una sdraio a smaltire le fatiche del viaggio e le emozioni del primo giorno.
Serena è già a letto con la febbre per un colpo di calore e tutti gli altri sono fuori al fresco in veranda a commentare le novità della giornata.
Alle dieci staccano la corrente elettrica e quindi, al buio perché preso alla sprovvista, l’unica cosa che mi resta da fare è andare a letto.

MARTEDI’ 15 GENNAIO 2008
Anche stamani, dopo una dormita provvidenziale, alle sei ci sveglia il cellulare di Mauro (solo lui non lo sente e quindi suona a lungo).
Con Baldo gli chiediamo di programmarlo per le cinque e un quarto perché domattina dobbiamo prendere il primo treno. Mauro capisce l’antifona e lo disattiva.
Oggi è la giornata degli incontri, dei saluti e degli abbracci. Particolarmente calorosi e coinvolgenti quelli con Roland e Pascal (… le mon cher ami Pascal …).
Tutta la giornata passa velocemente in attese, girate per il villaggio, incontri con le varie associazioni, visita a orti ed allevamenti, il tutto condito sempre da calorosi saluti di benvenuto.
Dopo cena Don Armando ci fa vedere al computer un filmato girato a Barbiana, dove ha concelebrato una messa insieme a Don Ciotti dell’Associazione Libera, in ricordo di Don Milani.
La visione si interrompe pochi istanti prima che vada via la luce. I successivi commenti fanno “ritardare” la ritirata in camera alle dieci e mezzo.
All’una vengo svegliato, ma per poco, da una vivace discussione tra Baldo, Mauro e Serena: sono cominciate quelle che in seguito verranno definite le “confessioni” al buio.
Quando, molto più tardi, mi alzo per andare in bagno, Mauro ronfa di brutto e le candele che gli servivano per leggere sono ancora accese.
Questo particolare diventerà il tormentone per molte notti a venire e servirà, tutte le mattine, per prendere bonariamente in giro il mio malcapitato compagno di camera.

…. continua, e di questo passo si prevedono ancora una decina di puntate ….

Nasara

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