lunedì 20 ottobre 2008

MyownTexas_ I'm in America from Jacopo Pasquini



14:30 circa. Pietro's bar, ristorante italiano in terra Texana. Non so quanti altri ce ne siano nel mondo che fanno calzoni di tale qualità. Non a Longview eh, nel mondo. Entra una ragazza di colore nel bar, ordina qualcosa, va in bagno, mangia. Io sono lì, due tavoli più in là, che discuto con Larry, tipico uomo americano, un po' stile marine, della stagione che faranno i Cowboys (squadra professionistica di football di Dallas). E' un po' come discutere della prossima stagione del Milan, con Ronaldinho, Kakà, Pato. "Eh no eh, tanto prenderà tanti quei goal con quei pensionati che si ritrova in difesa...eh". Il livello della discussione più o meno è quello. Non che Larry sia di tale livello, anzi è la persona più rispettabile che abbia incontrato finora: Harely Davidson e lì andare! Si fa una 30 miglia tre volte la settimana per andare a mangiare i suddetti calzoni. Il discorso continua, verte su altri argomenti ma niente di più importante dei Cowboys (per carità, qua sono una fede, ma non che ciò m'importi). Intanto fuori dal bar succede il finimondo. Si perchè il cielo in 5 minuti improvvisamente si oscura, ma non è che comincia a piovere. No, comincia a diluviare, perchè come ho ormai appreso "in Texas tutto è sproporzionato, quindi se piove vien giù l'Apocalisse (cit.)".
Ma non è tutto. No? No, perchè dov'è che siamo? Ah già.
Tento invano di non guardare fuori perchè lo scenario è inquietante; qualcuno dice che ogni tanto passano anche dei piccoli uragani, ma niente di che, questa non è zona per quelli grandi. Vedo un auto della polizia, un poliziotto che discute con qualcuno. Sposto la testa per vedere oltre la finestra. L'interlocutore del poliziotto, o per meglio dire le interlocutrici, sono due persone di colore, mamma e figlia. Hanno un van blu. "Apra il van per favore." Lo aprono. Ops, stenderia di vestiti (credo) rubati (di sicuro). Niente storie, manette e dritte nella volante. "Non ho fatto niente" continuano a ripetere. "Ok, adesso, per favore, entri GENTILMENTE nell'auto. Grazie!" Ci entrano, forse volentieri, visto che intanto continua a venire giù il diluvio. Inanto è arrivato un altro poliziotto, e ironia della sorte, nel bar c'è lo Sceriffo della contea. Che tuttavia era a mangiare con la moglie, quindi non ne vuole nemmeno sentir parlare. Esce e con un cenno ai colleghi se ne va. Inanto il secondo poliziotto entra nel bar con in mano il tipico taccuino per raccogliere le testimonianze, che però rimarrà bianco. "Sto cercando una ragazza di colore, giovane, deve essere qui dentro." Bingo. Presa con le mani nel sacco (ma dico no, almeno vattene in un bar un po' più lontano!). Mi volto. Vi ricordate la ragazza di colore che era entrata nel bar durante la discussione sui Cowboys? Ecco, dileguata, dissolta nell'aria. Tutti perciò dicono:"Beh era qui fino a un secondo fa". Io non lo faccio perchè non so esattamente come si dice, ma questa è un'altra storia. "Vabbè, state qui che ritorno, le indagini non sono finite." Ma come, oltretutto che ve la siete fatta scappare da sotto il naso, devo anche aspettare? No. Infatti vado a casa, contento e un po' disturbato dal fatto di aver assistito al primo arresto in diretta della mia vita. In America questo altro. La prossima volta voglio vedere Chuck Norris!
Ah, un attimo. Menzione speciale se la merita Josè Flusciano. Eh? Origini portoricane, vissuto a New York fino a 14 anni, quando muore il nonno. Così suo padre dice:"Sai che c'è? Vado a vivere a Jacksonville, Texas." Fatte le valige si monta sul bus e si va a Jacksonville senza fare una piega. No, anche perchè non è che ora Josè se la passi proprio male: 9 figli, 9, una host student dalla Germania, e una montagna, anzi un Everest di soldi, arrivati direttamente dalla cosetta di assicurazioni che era stata messa su dopo il trasferimento. Adesso ha un palazzo che emula quelli di New York. D'altra parte la sua città, come dice lui, è quella. In America Josè e (molto) altro.

Jacopo.

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