lunedì 31 marzo 2008

DOPO I SORRISI, UN "GRANDE RESPIRO"




Il nostro blog stà divenendo una simpatica variopinta lavagnetta in cui attaccare i nostri post-it.

Il nostro amico Paolo Miniati prosegue qui il suo periodico coinvolgente diario dei giorni passati a Tougouri.
Ma oltre alle parole ed alle sue sensazioni, adesso, siamo in grado di poter segnalare altre fonti visive che fanno vedere a quale progetto la nostra comunuità montecarlese stà partecipando.

Basta andare su "Google" digitare il sito di "Noitv Lucca" scegliere "speciale Burkina" e vi appaiono quattro simpatici filmati sulla visita in Burkina del Vescono di Lucca Monsignor Castellani.
Fra questi filmati ve ne è uno in particolare incentrato sull'intervista al nostro "ambasciatore" che sovrintende all'inizio dello scavo dello Chateau.
Ma nel tempo frapposto, da qulla visita ed oggi, il lavoro è andato avanti, quindi in allegato le foto del manufatto come appariva qualche giorno fà.
Orsù prepariamoci.......... presto qualcuno di noi presto andrà ad inaugurarlo.
Frediano.

Montecarlo Mistero_ Lo Gnomo argentino di Guemes e lo Gnomo della Cercatoia



Questo incredibile (dubbi) filmato che il Tordo vi propone in differita anteprima assoluta è stato girato, probabilmente con la videocamera di un cellulare, da un gruppo di ragazzi della cittadina di Guemes in Argentina. Rimbalzato sui tg locali e nazionali, il filmato è poi approdato su youtube e sarebbe la prima traccia filmata di un "essere", nella fattispecie uno "gnomo", di cui si narra nella zona di Guemes in più leggende, sia antiche che metropolitane. Essere che, come si nota nella brusca interruzione del fimato, avrebbe tentato di assalire il manipolo di ragazzotti subito dileguatisi ululando dal terrore.
Sottoposto ad un esame approfondito presso i laboratori specializzati Bernardis della prestigiosa università del Marginone, il filmato è stato dichiarato una clamorosa panzana sebbene dotato di una discreta regia ed apprezzabile fin negli effetti speciali utilizzati. La piccola creatura, nel particolare, altri non sarebbe se non un pupazzo semimeccanico di produzione carnevalesca viareggina, molto simile a quelli utilizzati durante il periodo estivo dal Sassello di via del Tomolo per attirare giovinotti ingenui e burloni in terribili trappole gavettonate. Non mancano comunque voci fuori dal coro. Il nostro dotto Donatini, curatore della splendida conferenza sulla pieve romanica di San Piero in Campo, è convinto sostenitore di alcune analogie tra questo gnomo e lo stesso di cui si narra infesti la Cercatoia Alta in quel del nostro comune, tra cui la particolare abilità nel furto e nel ladrocinio con destrezza da sempre attributa dalla mitologia alla categoria "gnomo". Sebbene i curatori e gli amanti della storia popolare montecarlese ne neghino da sempre l'esistenza, il Donatini è convinto che questo filmato possa riaprire la ricerca e la discussione sul caso. Secondo il Nostro concittadino e compaesano, infatti, dello "gnomo della cercatoia" parlano antichissimi testi rinvenuti negli archivi della ex bar ristorante "Da Aldo" al Turchetto, per cui a tale "omino della Cercatoia" sarebbe imputabile un conto aperto di diverse centinaia di mila lire quanto il furto ripetuto di varie caramelle sfuse. Il caso si riapre, il Tordo in volo porterà nuove.

Vero Eretico

venerdì 28 marzo 2008

INFOCOLLE_IL BISTICCIO DI PIAZZA BERTINI


Un evento avvolto nel mistero la scorsa notte ha scosso la mai monotona vita della comunità sansalvatorina. Dalle prime indiscrezioni pare che un noto animatore delle sale da ballo valdinievoline ed un personaggio impegnato nelle attività sportive montecarlesi abbiano avuto una forte colluttazione in Piazza Bertini che è stata sedata solo grazie al tempestivo intervento di alcuni nottambuli di Carrali di veglia al centro paesano. Purtroppo, a causa dell’omertà di molti testimoni, non è stato facile ricostruire nei dettagli questa strana vicenda. Fortunatamente, però, grazie a fonti ufficiose provenienti dalla zona della Chiesanuova, siamo in grado di ricostruire buona parte di questa intricata vicenda.

Sembra che tutto sia iniziato nei bagni del locale più trendy della Valdinievole, dove i due hanno iniziato il loro alterco per motivi ancora al vaglio degli inquirenti marginonini. Dalle prime indiscrezioni pare che i due contendenti abbiano iniziato a spintonarsi ed a colpirsi con leggeri schiaffi per gioco sino a quando il più alticcio dei due non ha colpito con la nuca la faccia dell’altro senza rendersi conto della forza utilizzata nel suo gesto. Il malcapitato, rimasto per alcuni secondi stordito, avrebbe così deciso per tutta risposta di rifilare un destro degno del miglior Gagliardi nel volto del povero manager sportivo. Questi, dolorante al labbro (subito aumentato vistosamente di dimensioni), sarebbe poi uscito infuriato dal locale ed avrebbe raggiunto Piazza Bertini a San Salvatore per aspettare il ritorno del suo aggressore che aveva la propria auto posteggiata di fronte alla carrozzeria Donatini. Dopo alcune ore di attesa, attorno alle 5 del mattino, rivistoselo apparire, gonfio di rabbia lo avrebbe assalito pesantemente in maniera verbale. A questo punto a salvarlo dalla nuova e più violenta reazione del “boxeur della piana” avrebbe pensato un notorio gruppo di discotecari gravitanti attorno al bar Rosellini. Fortunatamente, dopo alcuni minuti di paura, i due (grazie alla preziosa mediazione di un famoso imprenditore nel campo alimentare) sono riusciti a chiarirsi ed a riappacificarsi senza ulteriori danni corporali. Oggi, nonostante la violenta colluttazione, i due sono tornati amici come prima, anche se con qualche livido in più ed una strana storia da raccontare ai posteri.

Dal vostro inviato in piazza Bertini è tutto, linea a te Tordo.

Detective One.

giovedì 27 marzo 2008

STORIA E TRADIZIONI_IL TEATRO DELL’ACCADEMIA DEI RASSICURATI


La tradizione teatrale nel paese di Montecarlo risale almeno al 1639, quando un gruppo di giovani propose al Comune di “comprare o far fare una scena e prospettiva per recitare commedie, acciò non habbino sempre accattarla da altre castelle inferiori a Monte Carlo come hanno fatto finora”. Mancano tuttavia altre notizie fino al 1702, quando si formò a Montecarlo un’associazione di benestanti e di possidenti chiamata Accademia degli Assicurati, con il proposito di mettere in scena nel paese, con attori locali o compagnie, delle rappresentazioni teatrali. L’insegna dell’Accademia era l’immagine della Vergine e di una torre, con chiara allusione alla fortezza ed alla Madonna del Soccorso, con il motto mediceo “Praesidium et Decus” cioè “difesa” ed “ornamento”, concetti ambedue assunti in riferimento sia alla figura divina che all’installazione militare paesana, già legate dalla leggenda del miracolo dell’apparizione protettrice della Madonna su di una torre.

L’Accademia trovò la sede per gli spettacoli in uno spiazzo all’aperto vicino alla Porta Nuova, con la possibilità di ricorrere al riparo di ampie cantine in caso di pioggia, messe a disposizione dalla famiglia fiorentina dei Bardi, che possedeva un palazzo, ancora esistente, in Montecarlo. Intorno al 1750, l’Accademia acquistò un immobile privato e ne fece un teatro, forse a pianta rettangolare. L’istituzione venne soppressa dal Granduca di Toscana nel 1791, insieme a molte altre del genere, ma il teatro fu riaperto pochi anni dopo, nel 1795. L’Accademia venne in quell’anno rifondata con il nuovo nome dei “Rassicurati” e la ricostruzione del teatro venne affidato all’architetto fiorentino Antonio Capretti. L’armoniosa e minuscola saletta ovale, capace di 200 posti al massimo, è circondata da un doppio ordine di 22 altrettanto minuscoli palchetti, più i quattro di proscenio. L’ambiente riproduce in miniatura le caratteristiche strutturali ed ambientali del classico “Teatro dell’Opera” dei secoli XVIII e XIX. Gradevoli, anche se molto ritoccate, le decorazioni a tempera dei parapetti, dei palchi e della volta, che mostrano festoni, cammei e drappeggi, di un gusto piuttosto eclettico. Nel corridoietto a ferro di cavallo che circonda la sala, al piano terra, di fronte all’ingresso centrale, una lapide del 1894 ricorda lo scrittore e patriota montecarlese Enrico Franceschi, animatore di una filodrammatica paesana agli inizi del Risorgimento. Questi con la sua appassionata attività, rese familiare ai montecarlesi tutto il repertorio drammatico risorgimentale, dall’Alfieri al Manzoni e dal Pellico al Piccolini. All’ingresso un’altra lapide ricorda l’intervento del poeta Giuseppe Ungaretti in difesa del piccolo teatro minacciato dalla distruzione. Sul minuscolo palcoscenico passò anche tutto il repertorio del melodramma italiano, da Rossini a Bellini, da Donizetti a Verdi, e di operisti ottocenteschi minori, oggi quasi del tutto dimenticati.

Dopo il 1871, anche il giovane Giacomo Puccini frequentò il Teatro dei Rassicurati in occasione delle gite a Montecarlo in compagnia della sorella Ramelde, istitutrice in casa Macarini-Carmignani, oggi palazzo Lavagna in via Carmignani. Nel 1894 il teatro fu nuovamente restaurato ed ampliato con l’aggiunta delle quattro “barcacce” del proscenio. L’Accademia si sciolse defnitivamente nel 1922 e, con atto di donazione, cedette l’immobile al Comune. Nel 1965 si progettò la demolizione dell’edificio, andato pian piano in disuso e dichiarato pericoloso per la pubblica incolumità. I vecchi Montecarlesi tuttavia si ribellarono e nel 1968 per volontà popolare ed interessamento dell’Amministrazione comunale, iniziarono i lavori di restauro e di ripristino del Teatro, che si conclusero nel 1973, quando esso fu riaperto con la memorabile ripresa dell’opera di Herbert Handt, con scene di Marco Pasega. Nel teatro si susseguono per tutto il resto dell’anno concerti e rappresentazioni di prosa e di teatro amatoriale: questo amore per il teatro, che prosegue nel tempo, ha portato negli anni passati all’apertura della sede di SCUOLA TEATRO VIII, che ne continua la plurisecolare attività culturale.
Cyrano de Bergerac
FONTE: S. NELLI, Opera Omnia.

STORIA E TRADIZIONI_GLI ALBERI MONUMENTALI DI MONTECARLO (PARTE 2)


Qui di seguito sono elencati gli alberi più longevi o più interessanti dal punto di vista botanico presenti sul territorio montecarlese. La maggior parte delle informazioni le ho ricavate da una ricerca fatta da alcuni alunni ed insegnanti della scuola media G. Ungaretti di San Giuseppe una decina di anni fa.


AILANTO DELLE QUATTRO STRADE
Nome Scientifico: Ailanthus Altissima (Miller) Swingle
L’albero è posto nella località “Quattro Strade” di Montecarlo, nelle vicinanze di una marginina collocata di fronte a via dei Cavalli. La pianta, situata a 129 metri sul livello del mare, è alta ben 16 metri e misura 3 metri di diametro. Inserita agli inizi del XX secolo nelle nostre terre al fine di alimentare i bachi per la seta, poggia su di un terreno composto da conglomerati e ciottoli di Verrucano. Ai suoi piedi ogni anno si radunano i fedeli provenienti in processione da San Salvatore, San Piero ed Altopascio nell’occasione della Festa del SS. Rosario.

AGRIFOGLIO DI STRINGAIO
Nome Scientifico: Ilex Aquifoluium
Questo esemplare di cedro maschio è posto a San Giuseppe, precisamente presso la località denominata Stringaio. La pianta, situata ai margini del Rio San Gallo, poggia su di un terreno di origine alluvionale. E’ alta 16 metri ed il suo tronco misura 1.30 metri di diametro.

IL PINO DI FATTORIA MAZZINI
Nome Scientifico: Pinus Pinea
Questo bellissimo esemplare di pino domestico, che compare in molte cartoline di Montecarlo, è posto in località Fattoria Mazzini (a poca distanza del centro storico). L’albero è alto ben 22 metri e presenta oltre 3 metri di diametro.

CEDRO DI VILLA MIMOSA
Nome Scientifico: Cedrus Sp.
Il cedro, posto nel giardino di Villa Mimosa in località San Martino in Colle, fu piantato 100 anni fa (esattamente nello stesso periodo in cui venne realizzata la villa). L’albero è collocato al fianco del muro di cinta del complesso residenziale, il quale risulta il principale responsabile della forma irregolare che presenta la pianta. Situato ad un’altitudine di 113 metri sul livello del mare, detiene un tronco di 1 metro e mezzo di diametro ed un’altezza di 26 metri.

IL GIARDINO ESOTICO DI VILLA MIMOSA
Il giardino risale ai primi anni del Novecento ed è ricco di piante esotiche che si richiamano ai bellissimi giardini Liberty del XIX secolo. Tra gli esemplari più interessanti annoveriamo: L’abete del Caucaso (Abies nordmanniane), il cedro (Cedrus Sp.) e l’eucalipto (Eucaliptus Globulus). All’interno del giardino sono inoltre visibili diversi esemplari di camelia (Camelia nipponica) ed alcuni tassodi (Taxodium).


Il riccio di mattonaia.

Pensieri Liberi_ Il caffè del Tocco al Bar da Fabio



Non c‘è altrove l’aria che si respira in paese, ed ogni boccata che riempie i polmoni ha il sapore di un miracolo che si compie in continuo… ne per mete lontane ne per vicini contrade ritrovo il sapore magico del vivere che la vita mia qui conosce.. ne stress ne caos inquinanti l’ambiente, ne sconosciuti ne visi a terra soffocanti l’atmosfera… sorridono i volti senza parlare, parlano i silenzi di sguardi dritti e fieri… è la mia gente, la mia terra, il mio sangue…
“Fabio, caffè grazie!” e vicinandomi al banco già scatta possente la macchina espressa mentre tazza e cucchiaio mi compaiono innanzi con solerte perizia ed io, che d’abitudine ignoro un gesto che vale decenni di professionalità e sacrificio, mi volto intorno a disperdere gli occhi sui tavoli tondi dove si legge e si chiacchiera della mattina trascorsa… e mi ridesta del barista il richiamo che il caffè è servito e rapido allora vi riverso lo zucchero che rapidi scatti mulina il cucchiaio e già i passi m’hanno avviato alle sale a vetro che s’aprono ariose sulla piazza Matteotti…

come la vorrei libera dalle auto e recinta da possenti catene a dar seppur poco respiro alla chiesa ed al paese cui fa perno tra via don Minzoni e la piazza Bertini che più in là s’allaga all’indentro... ma poi la riguardo e la rivesto di tutte le auto e le moto che l’affannano un po’ come un piccolo porto di mare che in fondo è tale quando le vele e gli scafi l’affollano e allora la vorrei sempre così, come a dirci che c’è sempre e ancora vita…
E il pensiero che corre alle faccende del meridio mentre riponendo la tazza m’attraggono improvvisi le urla e le risa dai tavoli in giro dove giocano a carte i nostri vecchi.. ed ecco li miro negli sguardi attenti e calcolatori scorgendo in ciascuno vite lunghe vissute, passate laddove anch’io l’orme profonde inseguo… e li ringrazio e li benedico nel loro stare in comunione perché il loro per noi l’han fatto ed ora il turno è il nostro…
…il tocco è trascorso, gente mia a stasera per un nuovo caffè… a presto, amici miei

Vittorio alias Taccone

Il mio viaggio in Burkina Faso - terza puntata



Rieccomi! Tengo conto che la precedente puntata sia stata di un qualche interesse … visto che nessuno ha espresso lamentele … e quindi cercherò di mantenere viva l’attenzione con la descrizione di altre giornate passate in quel di Tougouri e dintorni.

MERCOLEDI’ 16 GENNAIO 2008
Per oggi era programmata un’escursione ai villaggi insieme a Barbara, ma siccome gli interessati alla gita sono molti, mi faccio da parte e rimando alla prossima (come avrò modo di spiegare in seguito, questa scelta si è rivelata particolarmente azzeccata).
Dovendo comunque riempire la mattinata, non trovo di meglio che gironzolare intorno all’atelier per continuare nei saluti con i falegnami, i sarti, i fabbri ed i meccanici, per mangiare delle brochettes de mouton (spiedini di montone) preparate dal bravo Gaspard che riesce a cuocerle a puntino malgrado sia già brillo di mattinata, per bere brakinà alla bouvette di Attanase in compagnia di Valentine, maestra d’asilo e catechista.
Con Baldo arrivano anche delle baguettes ancora calde e quindi non è difficile arrivare, tra una chiacchiera e l’altra, al momento di tornare a casa … per il pranzo preparato da Philippe.
Prima di dedicarci a questo gravoso compito, troviamo anche il tempo di passare a salutare le maestre del vicino asilo, con i bimbi che ci considerano appena perchè sono tutti impegnati a mangiare, con le mani (sporche di polvere) e accovacciati a terra, una zuppa di palline di mais affogate nell’acqua di miglio, che la cuoca dispensa a volontà dentro grosse ciotole cromate.
Il pomeriggio invece, dopo la necessaria siesta digestiva, è interamente dedicato al lavoro: con Mauro si cominciano infatti a montare le apparecchiature per creare una rete di distribuzione del segnale internet a servizio degli edifici pubblici del villaggio.
Il mio compito è quello di realizzare la struttura per posizionare l’antenna ad una altezza di circa dieci metri e questo primo intervento mi dà modo di accertare la preparazione tecnica, le capacità organizzative, la sveltezza nel fare e la incredibile disponibilità dei ragazzi che operano al Centro dell’elettricità: Roland, Mathias, Isaka, Henrique e Bernard.
In poco tempo si trovano i tubi per creare un’asta telescopica, viene scavata la buca di fondazione, gettato il basamento di calcestruzzo e, con l’aiuto del bravissimo fabbro-meccanico-agricoltore Sajobà, fatti i tiranti e saldati alla struttura portante del tetto.
Il risultato è perfetto ed anche se per oggi non si può dire lo stesso dei collegamenti internet, decidiamo di comune accordo di festeggiare con una bevuta alla bouvette.
A buio viene a trovarmi Rasmanè, il ragazzo a cui lo scorso anno avevo consegnato la bicicletta dietro indicazione di Suor Maria. Mi dice che sta bene, mi rassicura sui risultati scolastici che sono sempre buoni e poi mi chiede se posso fargli riparare le vélo perché qualcosa si è rotto.
Più che rotta sembra quasi sfasciata, anche se in parte si può giustificare con lo stato delle strade e con la scarsa dimestichezza alla manutenzione (che, soprattutto,costa!).
Gli consegno 5.000 CFA e dopo un paio di giorni torna per farmi vedere il risultato delle riparazioni e per riportare il resto della spesa … oltre ai rottami dei pezzi sostituiti.
A cena siamo a ranghi ridotti perché tutti i pisani sono tornati dall’escursione ai villaggi con problemi gastrointestinali, per alcuni anche abbastanza gravi. Serena continua ad avere la febbre per le bruciature.
Alle dieci a letto, come sempre appena si spenge la luce … ma oggi particolarmente soddisfatto dei “risultati” ottenuti.

GIOVEDI’ 17 GENNAIO 2008
Si passa tutta la mattinata a scorrazzare per il villaggio con il vecchio pick-up Toyota della missione per verificare il segnale internet. Io sono addetto alla guida perché conosco le “strade”, Mauro è seduto accanto a me con il computer che gli segnala l’intensità del segnale e Isaka, in piedi sul cassone, regge e orienta l’antenna ricevente, aiutato da Serena.
Un po’ per l’abbondante polvere che immancabilmente ci sommerge e ci intasa, ma anche perché i risultati continuano a non essere soddisfacenti, decidiamo di far sosta ad una bouvette lungo la via principale per dissetarci, mangiare qualche frittella di pasta di fagioli e mettere su un dibattito sull’utilità di dotare Tougouri di questa diavoleria moderna.
Come in tante altre discussioni, la cosa va alle lunghe perché nessuno ci mette fretta e poi all’ombra ed al fresco sotto i cannicci della veranda ci si sta proprio bene.
Alle quattro del pomeriggio insieme a Barbara andiamo all’appuntamento con Mr. Charles, il sindaco, che dovrebbe indicarci l’area sulla quale installare il nuovo impianto di irrigazione goccia a goccia.
E qui c’è la prima sorpresa: appena salito in macchina il sindaco mi dice che l’area in questione si trova fuori dal perimetro del villaggio, oltre il barrage (sbarramento che forma il lago).
Superato il primo attimo di smarrimento, Barbara, con tatto e diplomazia cerca di spiegare che il progetto finanziato prevede l’uso di una pompa elettrica e che quindi l’impianto deve essere realizzato in prossimità delle nuove linee di distribuzione, appena fuori dal villaggio.
Nulla da fare: il sindaco conferma che quella è la zona dei jardins (così si chiamano gli orti dove si produce verdura), che il terreno è pianeggiante ed è quanto di meglio si possa trovare, per cui è lì che si deve fare l’opera.
E’ la prima difficoltà nei rapporti con l’autorità locale e cerchiamo subito di scaricare la cosa sui dirigenti in Italia: dopo cena mandiamo una e-mail a Giuliano. La risposta è quasi immediata ma non risolve un granché.
Decidiamo di dormirci sopra e quando si spenge la luce, in anticipo, siamo già a letto.

VENERDI’ 18 GENNAIO 2008
Giornata pressoché inutile, conclusa senza aver realizzato nulla di fondamentale. Dopo colazione Barbara e Serena devono accompagnare Don Armando, Stefania e Consuelo a Kaya (Benedetta è sempre a letto con la febbre alta per i problemi gastrointestinali) ma prima di partire mi presentano Mr. Pascal, direttore del C.F.C., Centro di formazione dei catechisti, con il quale mi devo accordare per fare, nei prossimi giorni, il rilievo di tutti i fabbricati.
Insieme a Baldo e Mauro passiamo tutta la mattinata in parrocchia, dove si chiacchiera con i preti (Johanny, Jean Paul e Clément), si mangia e si beve.
Nel pomeriggio Philippe e Edmond (la persona che cura l’orto della missione) mi accompagnano al mercato per presentarmi a tutti. Con l’occasione facciamo tappa anche al settore “gastronomia” dove si assaggiano varie “leccornie” cotte e confezionate sul posto, tutte abbondantemente condite da continue folate di polvere … ed altro.
In una boutique lungo la strada principale e con la mediazione di Philippe che mi fa fare uno sconto di 2.000 CFA, compro una bicicletta per 38.000 CFA, l’equivalente di 58 euro.
La scelta è ampia tra due vélo: una da donna alla quale devono ancora montare i pedali ed una da uomo. Propendo per quest’ultima.
Ci vuole un sacco di tempo per avere il documento di proprietà, che è rappresentato dalla fattura con tanti timbri, perché il venditore non sa scrivere e deve trovare un sostituto, ma soprattutto a causa del dibattito che si instaura tra i numerosi presenti in merito al colore della bicicletta da riportare sul documento.
Dopo una lunga, partecipata e civilissima discussione (in un mese non ho mai sentito alzare la voce, nemmeno nelle dispute più accese), seduto su una poltrona che nel frattempo mi hanno portato perché stessi più comodo ad aspettare, visto che non si raggiungeva una maggioranza malgrado il continuo affluire di interessati, è toccato a me decidere che il colore del mezzo era violet e non bleu.
Per questa “salomonica” decisione, tutti i partecipanti si sono sentiti in dovere di congratularsi con me e salutarmi più calorosamente del solito.
Durante il giorno ricevo anche le telefonate di Don Silvio, all’ora di pranzo, e di Giuliano, poco prima di cena, che pretenderebbero ragguagli sull’andamento dei lavori (sic!).
Continua la serie delle serate che mi vedono a letto puntualmente alle dieci

mercoledì 26 marzo 2008

I video del Tordo_ Gianna Nannini a MandelaForum di Firenze



Da un Tordo volato al MandelaForum di Firenze un estratto live del concerto della mitica Gianna Nannini lo scorso 20 marzo...

NB
I panini all'esterno con la salsiccia li fanno meglio alla Chiesina.

Il Mini

martedì 25 marzo 2008

InfoColle_ Si scalda la Campagna Elettorale a Montecarlo oppure è pagliuzza?



La campagna elettorale ha meno di venti giorni davanti a se prima che il voto rapisca l'attenzione "fisica" degli italiani e dei montecarlesi la domenica 13 ed il lunedì 14 aprile. Certo è che l'atmosfera della campagna elettorale qui sul colle ancora non si respira, ciò in linea con un comune sentire un pò ovunque in lucchesia dove gli apparati partitici sembrano agire in maniera molto sommessa ed in sottotono. Sarà perchè si è votato solo due anni fa con grande dispendio di energie e che gli apparati di partito non si siano ancora ripresi, sarà perchè non c'è il clima di forte contrapposizione del 2006 ma un contesto molto nuovo dove i principali contendenti si muovono con inusuale fair play (la legge elettorale e l'influenza dei sondaggi hanno certo il loro influsso su quanto si dice e si fa), sarà per la crisi economica e morale in atto in Italia e nelle nostre case per cui è più prudente non eccedere in promesse e grande visibilità. Un pò di tutto forse, ma di fatto questa campagna elettorale non si sente. La si vede in Tv, certo, ma non tra noi: le cassette postali vuote, i manifesti appesi pochi e radi, la militanza assente o vacante. Il leader del Pd è già transitato per Lucca, così i candidati del Pdl toscani sempre in San Romano tra le mura e a Montecarlo? Per il momento è certo la visita dei candidati del Pd Marcucci e Serra che sosteranno in Montecarlo al Caffe Carlo IV per un aperitivo con il pubblico. Si parla poi di altre visite in loco, forse di Matteoli, Migliori e Ravenni del Pdl, mentre ad Altopascio è transitato per breve tempo Giovanardi, ex Udc transitato nel nuovo Pdl. Chissà nel passato quanti e quali politici sono passati sul Colle e se esistono fotografie di tali rapidi passaggi. Ma, a parte le visite pastorali, vi saranno momenti di confronto diretto tra cittadini sul tema elettorale e politico oppure la stanchezza e l'anti politica, perlomeno formale, hanno fatto proseliti anche tra noi? Il discorso è aperto. Lo affronteremo sul piano della cronaca e del pensiero, alle urne lasceremo i lettori!

Taccone

In Libreria_ D'annunzio per Bruno Guerri. Biografia dell'amante guerriero



La cultura del secondo dopoguerra ha cercato in tutti i modi di sbarazzarsi di Gabriele d'Annunzio, l'uomo che marchiò il proprio tempo e influenzò il futuro, alternando l'indifferenza alla condanna, totale e preventiva. La diffidenza ideologica verso l'interprete del superomismo, l'irritazione per il personaggio e per ciò che ha rappresentato si sono unite ai pregiudizi di una critica letteraria che, fingendo di colpire lo scrittore e il poeta, si scagliava contro il nazionalista, l'antidemocratico, il guerrafondaio, il decadente. D'Annunzio è stato visto spesso solo come precursore del fascismo, inventore dei riti di massa e di parole d'ordine sui quali si sarebbe fondato il regime. Ma a Fiume fu l'inventore di una democrazia e di una modernità che andavano oltre la destra e la sinistra, che anticipava i movimenti libertari e le costituzioni più avanzate della seconda metà del Novecento, fino a pensare addirittura un ordinamento militare che aboliva le gerarchie. Riscoprirlo significa assegnargli il posto che gli compete fra gli italiani, di cui fu un campione smisurato. Un testo sopraffino e di lettura comoda ed intrigante che non può mancare sugli scaffali delle librerie dei montecarlesi. Chissà se ebbe modo il buon Grabriele di transitare per queste parti nostre, magari da villa Cagnasso che tanti ospiti celebri si dice ebbe ad ospitare.

Principe Minimo

lunedì 24 marzo 2008

I video del Tordo_ Montecarlo, al via il Corso Sommelier Fisar




Dal Martedì dopo Pasquetta avrà inizio ufficialmente il corso per Sommelier di primo livello organizzato dalla delegazione montecarlese della Fisar, su i cui contenuti qui sopra alleghiamo un filmato ritratto per l'appunto nella serata di presentazione svoltasi al secolare Teatro dei Rassicurati. Per ulteriori notizie ed informazioni sui corsi e l'attività della Fisar vi rimandiamo al sito www.fisarmontecarlo.com. A breve nel tempo commenteremo, con reportage esclusivi, l'andazzo del corso attraverso il punto di vista di uno dei partecipanti...

Taccone

sabato 22 marzo 2008

Storia e Tradizione_ Indagine su di una devozione

SAN GIOVANNI NEPOMUCENO “INDAGINI” SU DI UNA DEVOZIONE.

Da anni murata sotto il portico del cortile dell'ex-convento delle suore Stimmatine di Montecarlo osservavo una mattonella in cotto raffigurante un ieratico personaggio in abito sacerdotale.
Le poche volte in cui mi sia chiesto chi potesse essere mi rispondevo che logicamente sarà stato un personaggio religioso cosi importante per quella comunita monastica da ritenere il caso di esporne l'effige nel luogo di massima vista. Il preposto di Pescia Cecchi mi dicevo ? O qualche altro Vescovo benefattore.
Un colloquio con l'amico Sergio Nelli mi informava come, anni fa, una delegazione di turisti Cecoslovacchi avesse riconosciuto con sorpres in esso il volto di San Giovanni Nepomuk.
La mia curiosità aumentava e l'esistenza di Intenet è oggi un'enciclopedia universale in grado di fornire notizie praticamente su tutto .
Digitato il nome sono apparse tutte le notizie religiose sul santo e diverse iconografie della raffigurazione classica che si fa di questo santo.
I simboli distintivi nelle raffigurazioni sono: un aureola con cinque stelle, il crocifisso ed il giglio. Una rapida osservazione del nostro manufatto rende evidente a tutti la somiglianza perfetta. E' lui senza ombra di dubbio.
Questo santo ( Jan Nepomuk), era un eminente prelato boemo nato a Pomuk e storicamente fatto uccidere, mediante affogamento nel fiume Moldava a Praga, dal re Venceslao IV il 20 marzo 1393 per motivi che gli storici dibattono ancora.
Fatto è che, eventi miracolosi attribuiti al ritrovamento del suo corpo e l'indignazione per la sua morte, fecero gradualemnte nascere un notevole culto di questo santo che portò alla costruzione di una sepolcro argenteo all'interno della cattedrale praghese di San Vito, ed in seguito alla sistemazione di sua statua sull'arcata del ponte Carlo sulla Moldava nel luogo ove sarebbe stato assassinato .
Accanto a questa statua, sulla spalletta del ponte, si trova oggi una mattonella che la leggenda popolare consiglia ai visitatori di toccare con la mano sinistra assicurando dieci anni di buona fortuna ed un felice ritorno nella città di Praga.
Questo santo è adesso ritenuto il protettore dei ponti, il preservatore dalle alluvioni e della buona reputazione delle persone ingiustamente accusate di un delitto.
Queste prerogative hanno diffuso il suo culto in Europa fino a farlo divenire “di fatto” uno dei santi protettori dell'unità Europea , (come San Benedetto, Santa Caterina, Topmmaso Moro o San Francesco) .
In Italia sue statue si trovano oggi su diversi ponti: In Lombardia: Morbegno, Bedizzole e Milano, a Colorno vicino Parma, e poi a Bassano del Grappa o a Finalborgo in Liguria.
Ma la mia domanda era: Come mai un santo boemo, vissuto nel lontano XIV secolo, aveva trovato accoglienza a Montecarlo fino ad essere esposto all'interno del monastero delle suore ?
La vetustà del manufatto e la mancanza di ricordi scartava l'ipotesi che fosse arrivato nel 1966 insieme al Cardinale Beran quando Montecarlo ha allacciato i rapporti con la Repubblica Cecoslovacca che hanno portato alle attuali relazioni di gemellaggio e scambi culturali con la cittadina di Karlstejn. Ed allora ?
La mia ipotesi è che la diffusione di questo santo anche in Italia sia avvenuta in quanto a lui si attribuiva il ruolo di difensore della sacralità della confessione messa in discussione dalla riforma di Jan Hus. Il moto controriformatore diffuse il suo culto per sottolineare l'importanza del sacramento della penitenza e l'assoluta obbligatorietà del segreto della confessione, in polemica con i protestanti che avevano abolito tale sacramento.
Non è da escludere che la visita in Toscana, nell'anno 1739, dell'Imperatore Carlo VI d'Asburgo e della figlia Maria Teresa d'Austria andata sposa del neoGranduca Francesco I di Lorena favorisse questo culto diffuso portando qui vari manufatti ed opere scultoree.
Infatti fu durante la visita nella citta di Livorno delle loro altezze reali che gli ufficiali imperiali fecero collacare la statua di San Giovanni Nepomuceno che ancora oggi si ammira sulla spalletta del ponte vicino agli scali delle pietre, presso l'attuale via della Madonna.
Una di queste effige deve essere rimasto a Montecarlo, magari in una sosta del viaggio della reale carovana che da Firenze si recava verso Livorno.
Ipotesi, ma sembrerebbe tutto risolto senonchè un altro dubbio. Come mai la mattonella in cotto presenta due “cuciture” necessarie alla sua ricomposizione nella collocazione sul muro.
Fù rotta nel trasporto? Non credo, dubito che L'Imperatore volesse favorirne il culto cnsegnandoci un santo malandato e “ricucito”.
Ed allora ? Altra ipotesi storica. Dovuta all'arrivo delle truppe Napoleoniche francesi, che tanti stravolgimenti arrecarono alla mite Toscana, ( fatti storici locali narrati in passato da Mario Seghieri e recentemente, - per quello che riguarda il convento delle monache- dal Dottor Sergio Nelli nel volume “Memorie del Chiostro” edito dall'Istituto Storico Lucchese).
E' probabile che la dismissione della funzione monastica, a seguito dell'inventario del 6 ottobre 1810, e la susseguente vendita dell'immobile a privati, con cambio di “destinazione d'uso” dell'area portasse anche alla rimozione dei simboli religiosi , sopratutto di quelli “austriaci”, e quindi forse alla rottura della nostra lastra in un suo frettoloso “pensionamento”.
Altri erano i simboli ed i “santi” di quei tribolati tempi. Ma la bizzarria ed i ricorsi della storia portarono in seguito al Congresso di Vienna ed alla restaurazione asburgica e lorenese nella nostra Toscana.
Le suore rimaste ritornarono a Montecarlo il 30 giugno 1817, non tuto era come prima nel loro convento, ma servivano dei messaggi che tutto era tornato come prima e che il “sovvertitore straniero” era stato sonoramente sconfitto magari grazie all'intercessione di qualche provvidenziale santo.
Ed il nostro San Giovanni, riposto in un angolo delle capienti cantine del monastero, restaurato e risistemato nel posto d'onore del chiostro in bella vista di tutti i visitatori in gloria di Dio ed a monito chi quanti credono che si possano stravolgere le tradizioni.
Passano i secoli, ma niente è per sempre, ed anche il nostro San Giovanni Nepomuk patisce le usure del tempo nell'estetica, ma anche il messaggio religioso si modifica e necessita di nuove forme, simboli ed espressioni.
Resta comunque la storia e la rappresentazione artistica e culturale di un popolo, quelle non vanno cancellate mai.
Per questa ragione noi lo segnaliamo ai preposti alla direzione dei lavori dell'Istituto Pellegrini-Carmignani. Se ne abbia cura nei prossimi lavori di restauro dellll'edificio. Lo si preservi e ricollochi laddove è stato “da sempre” nei nostri ricordi.
Caso mai fosse vero che porti fortuna toccarne con la mano sinistra il rosso mattone, anche qui a Montecarlo, senza doversi recare sul ponte Carlo a Praga.
Montecarlo marzo 2008.
Frediano Pellegrini.

venerdì 21 marzo 2008

Montecarlo Night_ Evento Tenax


Il nostro Dj paesano, cioè il mitico Dj Saxò torna alla notissima discoteca fiorentina TENAX, dopo il successo della prima serata..
Invitiamo tutti i montecarli a partecipare a questo evento organizzato dallo Staff BELLI DI NOTTE, gruppo di ragazzi che organizza eventi in tutte le più importanti discoteche della regione..
Per maggiorni informazioni sulla serata, cioè su come prenotare tavoli o prenotare una propria lista d'entrata, ma naturalmente sui costi della serata, poteve rivolgervi ai ragazzi dello staff..
Sul biglietto, infatti, trovate i nomi e i numeri di telefono per contattarli..
Mi raccomando non mancate..
Saul

mercoledì 19 marzo 2008

InfoColle_ Il mio viaggio in Burkina Faso - seconda puntata

Visto l’interesse di tanti, e non me lo aspettavo in tale misura, per la parte “emotiva” della mia esperienza africana, sono curioso di sapere se desterà altrettanta attenzione il resoconto “cronachistico” del viaggio.
Se la tal cosa dovesse annoiare, è sufficiente dirlo dopo questa seconda puntata e terrò per me tutto il resto. Un barkà (grazie) in anticipo a coloro che invece riterranno meritevole proseguire nella lettura.
NOTA: la descrizione dei fatti non è solo frutto dei ricordi ma è ripresa da un diario che ogni sera ho avuto cura di aggiornare.

DOMENICA 13 GENNAIO 2008
Dopo gli ultimi tempi piuttosto stressanti per la tensione, per i preparativi del viaggio, per l’organizzazione del lavoro in ufficio in previsione della mia lunga assenza, per il distacco da casa e dalla famiglia …. dopo giorni di appetito ridotto e notti di sonno disturbato ….. accompagnato da mia moglie Grazia e dai figli Chiara e Filippo alle 5,00 parto da casa (temperatura 3 gradi), alle 6,00 si arriva all’aeroporto di Pisa e dopo le formalità di rito al check-in, i saluti con un po’ di commozione … alle 6,40 passo il controllo bagagli e … comincia il viaggio!
C’è subito un intoppo perché la gentile addetta al controllo del bagaglio a mano non ne vuol sapere di imbarcare un rotolo di cavo telefonico e non si convince nemmeno quando le presento la dichiarazione che mi ha rilasciato il Centro Diocesano per la Cooperazione Missionaria (del quale per un mese sarò collaboratore).
In compenso l’aereo della BRIT AIR (quasi una scatoletta) parte in perfetto orario alle 7,35 e arriva addirittura in anticipo di dieci minuti all’aeroporto Charles De Gaulle (CDG) di Parigi.
Una bella camminata dal terminal di arrivo C2 a quello di partenza D2, dove mi attende una lunghissima fila per il controllo dei documenti e del bagaglio a mano.
Il tempo a disposizione non è molto ma un sacerdote che viene in Burkina mi tranquillizza dicendo che l’aereo di solito aspetta!
All’imbarco ritrovo Mauro Ciaramaglia di Torino, che ho già conosciuto in uno degli incontri settimanali a Vicopelago e che sarà per un mese il mio caro compagno di camera … e di avventura.
Con più di un’ora di ritardo, alle 12,20 si parte con un Airbus A340 dell’AIR FRANCE: l’aereo è pieno ed il viaggio, oltre che lungo, si dimostra piuttosto noioso.
Il ragazzotto americano seduto accanto a me non contribuisce per nulla ad ammazzare il tempo, perché appena appena si sforza di sorridere e per il resto dorme, mangia e si rintontisce con la musica a palla delle cuffiette (per la cronaca, si chiama Sthoner Michael ed è nato alle Hawai il 17 maggio 1974 … se vi dovesse capitare, scansatelo).
Verso le 18,00 si fa scalo a Niamey, capitale del Niger, dove scendono quasi tutti i passeggeri. Per solidarietà, o perché è confuso dal viaggio, scende anche Mauro e per fortuna la hostess del controllo passaporti, in fondo alla scaletta, lo rimanda indietro.
Alle 19,00 (ora locale, le 20,00 in Italia) finalmente si arriva a Ouagadougou dove troviamo una temperatura 32 gradi. Nessun problema di dogana e per recuperare i bagagli. Baldo è fuori ad aspettarci.
Prima telefonata a casa per tranquillizzare tutti, sosta per rinfrescarci al “Residence Sainct Victor” dove passeremo la notte (una specie di albergo dei poveri …) e poi Baldo ci porta a “La Forêt”, uno dei migliori ristoranti della città, riservato quindi ai soli turisti, dove però si mangia un ottimo filetto e piselli e si beve la prima birra Brakinà.
Prima di tornare in albergo ci fermiamo per un caffè in un bar pieno di gente che sta guardando la partita di calcio tra il Milan ed il Napoli (risultato finale 5 a 2).
Da un venditore ambulante compro per 4.000 CFA (franchi sefa), circa 6 euro, una maglietta etnica che piaceva molto a Mauro, ma gli stava grande.
Alle 22,30, molto stanco e con la prima polvere già addosso, mi butto nel letto per una dormita profonda … la prima dopo tante notti.

LUNEDI’ 14 GENNAIO 2008
Alle 6,00 il cellulare di Mauro sveglia tutti e subito dopo una doccia rinfrescante (l’acqua calda non è prevista nei servizi dell’albergo) possiamo cominciare a riassaporare il caos, la polvere, l’inquinamento e il rumore della capitale del Burkina.
Dobbiamo cambiare gli euro in CFA ma le attività dei libanesi, che offrono le condizioni migliori, sono tutti chiuse: ci informano che per un grave fatto di sangue con un burkinabè, sono stati “invitati” a non farsi vedere per un po’, almeno fino alla cattura del colpevole.
Tra l’altro la notizia di un omicidio, clamorosa e poco usuale da queste parti, ha fatto già il giro della città e tutti si sentono in dovere di commentarla con grande partecipazione.
Con la gola già intasata dalla polvere e dai gas partiamo per Kaya dove facciamo una sosta per il pranzo a “La Fraternitè”, che è di fatto il ristorante dei preti.
Qui incontriamo Don Armando, Stefania e due ragazze, Benedetta e Consuelo, dell’Associazione Balobasha di Perignano, accompagnate da Serena, volontaria a Tougouri.
Dopo pranzo c’è l’incontro con i primi amici già conosciuto l’anno scorso: l’Abbè Johanny parroco di Tougouri, Soeur Edvige (la suora più bella del Burkina, con un sorriso contagioso) e il Vescovo di Kaya che, insieme al benvenuto, ci dà la sua benedizione.
Alle cinque del pomeriggio si arriva finalmente a Tougouri dove si sprecano gli abbracci con Barbara, il cuoco Philippe, il “dottore” Rigobert, e tanti altri amici.
Dopo l’emozione ritrovata della doccia con il ramaiolo ed una cena rinforzata con le provviste tirate fuori dalle valige, mi distendo su una sdraio a smaltire le fatiche del viaggio e le emozioni del primo giorno.
Serena è già a letto con la febbre per un colpo di calore e tutti gli altri sono fuori al fresco in veranda a commentare le novità della giornata.
Alle dieci staccano la corrente elettrica e quindi, al buio perché preso alla sprovvista, l’unica cosa che mi resta da fare è andare a letto.

MARTEDI’ 15 GENNAIO 2008
Anche stamani, dopo una dormita provvidenziale, alle sei ci sveglia il cellulare di Mauro (solo lui non lo sente e quindi suona a lungo).
Con Baldo gli chiediamo di programmarlo per le cinque e un quarto perché domattina dobbiamo prendere il primo treno. Mauro capisce l’antifona e lo disattiva.
Oggi è la giornata degli incontri, dei saluti e degli abbracci. Particolarmente calorosi e coinvolgenti quelli con Roland e Pascal (… le mon cher ami Pascal …).
Tutta la giornata passa velocemente in attese, girate per il villaggio, incontri con le varie associazioni, visita a orti ed allevamenti, il tutto condito sempre da calorosi saluti di benvenuto.
Dopo cena Don Armando ci fa vedere al computer un filmato girato a Barbiana, dove ha concelebrato una messa insieme a Don Ciotti dell’Associazione Libera, in ricordo di Don Milani.
La visione si interrompe pochi istanti prima che vada via la luce. I successivi commenti fanno “ritardare” la ritirata in camera alle dieci e mezzo.
All’una vengo svegliato, ma per poco, da una vivace discussione tra Baldo, Mauro e Serena: sono cominciate quelle che in seguito verranno definite le “confessioni” al buio.
Quando, molto più tardi, mi alzo per andare in bagno, Mauro ronfa di brutto e le candele che gli servivano per leggere sono ancora accese.
Questo particolare diventerà il tormentone per molte notti a venire e servirà, tutte le mattine, per prendere bonariamente in giro il mio malcapitato compagno di camera.

…. continua, e di questo passo si prevedono ancora una decina di puntate ….

Nasara

martedì 18 marzo 2008

Storie e Tradizioni_ Oggi San Salvatore Domani San Giuseppe

Molti paesi e località delle nostre zone prendono il nome da santi. A volte santi locali e "famosi" altre volte sconosciuti e che hanno passato la loro vita in contrade lontanissime dalla nostra.
Ed ogni giorno dell'anno ha sul calendario diversi santi.
Oggi per esempio, (a titolo di cuiriosità, non perchè questo abbia oggi un'incidenza pratica nella vita delle persone), non solo è il giorno in cui la leggenda ricorda sia morto San Frediano di Lucca nell'anno 588, ma è anche San Salvatore, e domani è San Giuseppe.
Il San Salvatore che ricorre in data odierna non è quello che viene festeggiato il 6 di agosto con la festa paesana che di solito si fà coincidere con il primo fine settimana di agosto ma un altro di origine spagnola. Ma il "natale" dell'odierna località si ricorda il 13 giugno in quanto è in un atto del 1151 che viene ricordata per la prima volta la chiesa di San Salvatore "sotto Vivinaia". E se gli odierni lavori di recupero e restauro della vecchia chiesa fossero finiti per il giugno di quest'anno, quale migliore occasione per una sua presentazione al pubblico ed alla popolazione locale che non queste due.
Ma forse per San Salvatore ricorrerebbero anche le condizioni per pubblicare una vera e propria "piccola storia" che narrasse della viabilità, della chiesa vecchia e di quella nuova , dell'arrivo della ferrovia e delle sue stazioni, dei ponti in Canneto , e della floricoltura che per decenni ha contraddistinto la sua fiorente crescita economica. Nonchè delle sue famiglie dai: "nobili" Bianucci a quelle che oggi ne reggono il tessuto economico e sociale.
San Giuseppe invece è un santo molto più conosciuto. Ed in Italia fino ad alcuni anni fà era festa nazionale, abbinata a quella del babbo, (di cui forse si aveva più rispetto che oggi), santificata in zona dalla preparazione delle frittelle di riso e dalla festa alla Chiesanuova.
Una volta i contadini accendevano anche falò nella notte, tutte usanze e tradizioni, (cosi come la festa in Selva), che annunciavano la fine dell'inverno, l'arrivo della primavera, il risveglio della natura e la ripresa dei lavori agricoli nei campi.
La nascita dell'odierna frazione di San Giuseppe nel Teso o in San Gallo, è invece recente. La Chiesa "si cominciò a fabbricare" nell'anno 1632 dopo che gli abitanti delle campagne circostanti iniziarono a radunarsi in quel luogo aperto a seguito della peste che sconsigliava la frequentazione di "luoghi chiusi".
In seguito la chiesa si usò come luogo di sepoltura dei canonici di Montecarlo ma sempre guardata "con sospetto" dai montecarlesi che volevano difendere le proprie prerogative.
Ma è con la nascita del bar da Angela (oggi ristorante da Angela e bar Pizzeria da Mauro), e con la scelta di costruirvi la scuola media,ed oggi anche la nuova scuola primaria che, viste le massicce frequentazioni della zona, nei piani regolatori di Montecarlo, si consentirono nuove edificazioni di case e quindi l'arrivo di altri abitanti.
Questi nuovi cittadini, pur provenendo dalle più diverse località della piana di Lucca, saranno quelli che, vivendo a poche centinaia di metri dal centro storico, sentiranno più di altre frazioni il "sentirsi montecarlesi" e quindi ne tramanderanno la storia, la cultura e forniranno "le braccia e la mente" per la continuazione delle numerose istituzioni sociali ed associative.
QUINDI VIVA SAN SALVATORE E VIVA SAN GIUSEPPE.

domenica 16 marzo 2008

Pensieri Liberi_ Domenica Blog Leggero

Che ogni nome "porti a casa" è risaputo cosi come non è ovvio che tutti noi preferiamo delle Genoveffe avvenenti a delle Isabelle racchie.
E poi ogni epoca ha i suoi santi, i suoi eroi e quindi i suoi nomi. Intelligenza di padre consiglia dei nomi che possano andare "sempre bene" visto che la storia ha volta è bizzarra, una Maria se la cava sempre mentre un Palmiro od un Benito be.....
Comunque dalle mie frequentazioni archivistiche vi informo che si aggirava per Montecarlo negli anni dal 1900 al 1930 avrebbe certamente dato il buongiorno a:
Irlando, Garibaldo, Annibale, Palmazio, Giosuè, Baccio, Giocondo, Edgardo, Ferrante, Geremia, Pirro, Pilade, Anchise, Teleforo, Abramo, Rosolino, Averardo, Alemanno, Milziade, Dionisio, Samuele, Onorato, Morello, Teobaldo, Brunellesco e Sigismondo.
E quanti giovani cuori avranno palpitato per : Zema, Saida, Zeffira, Elisena, Savina, Carmina, Semira, Ermida, Zemide, Adelma, Gilda, Zelmira, Candida, Filomena, Elodia, Alduina, Zaira e Gismonda.
Chissa quindi quanti sorrisi si faranno fra cent'anni per le Sheile e Maicol ecc. ecc . unica differenza è che potremo "schioccargli" davanti le foto e sicuramente in alcuni casi si trasformeranno in Ohhhhh........
Frediano.

venerdì 14 marzo 2008

In Videoteca_ "Shine" di Scott Hicks



Shine
REGIA: Scott Hicks
ANNO: 1996
ATTORI: Geoffrey Rush, Noah Taylor, Armin Müller-Stahl,


Lynn Redgrave, John Gielgud

Shine è la biografia del pianista australiano, di origine polacca, David Helfgott, uno dei più grandi musicisti contemporanei. Il racconto, un vero mosaico di emozioni, ripercorre la vita realmente vissuta da David, enfant-prodige della musica classica, sin dall’infanzia torturato da un padre-padrone che finisce per subire in età adolescenziale un vero e proprio collasso psichico. Emigrato a Londra contro la volontà del padre, diviene uno degli studenti di punta del prestigioso Royal College of Music. Arrivato in finale in una competizione musicale, al termine di una grande performance sprofonderà nel buio della pazzia e sarà rinchiuso in una clinica psichiatrica australiana, dove resterà per 10 anni senza poter più mettere mano al pianoforte. Solamente grazie all’amore ed alla comprensione di Gillian, sua attuale moglie, riuscirà a risollevarsi dalla pazzia ed a tornare ad esibirsi davanti al grande pubblico. David Helfgott, che ha ripreso l’attività concertistica negli anni ’80, si è esibito nel 2005 a Montecatini Terme con un concerto esclusivo per i delegati dell’ONU e nel 2006 nella chiesa di S. Francesco di Pescia. Mr. Shine ha scelto l'Italia per il debutto del suo tour europeo 2008. I concerti del musicista si terranno il 9 aprile a Roma e il 19 e 20 aprile a Bresso, in provincia di Milano. E’ inoltre in pubblicazione la biografia di David e Gilliam Helfgott scritta da Gillian Helfgott dal titolo 'David & Gillian, una storia d'amore'.



INFO: http://www.davidhelfgott.com/

Dario.

giovedì 13 marzo 2008

Storie e Memorie_ In rircordo di Nilo Bianucci

NON DIMENTICARE LE PERSONE E' COME FARLE VIVERE “DUE VOLTE”.

Uno dei mali peggiori della veloce società occidentale attuale è la mancanza di memoria storica.
Fatti, personaggi, accadimenti avvenuti solo pochi anni fa vengono dimenticati e passati nell'oblio per dare importanza anche a sciocchezze purchè siano di giornata.
Ecco perchè mi dispiacerebbe se passasse inosservato che il 14 marzo ricorre il quindicesimo anniversario della prematura scomparsa dell'ex-Sindaco di Montecarlo Nilo Bianucci.
Persona impegnata politicamente e socialmente, ma tanto schiva caratterialmente appartenendo generazionalmente a quell'epoca in cui contavano i fatti e non l'immmagine nell'essere giudicati dalla gente.
Il suo carattere gioviale ha lasciato un rimpianto, non solo nei familiari, ma in tutti i suoi amici, nei dipendenti comunali, ed in tanti paesani che lo ebbero come primo cittadino per undici anni.
Ma queste righe sono scritte sopratutto per chi oggi ha meno di venticinque-trent'anni e che probabilmente ignora le realizzazioni civiche di quegli anni.
Il campo sportivo, la scuola media, il nuovo municipio, il parco pubblico di piazza d'armi, e l'acquisizione dell'area dell'ex-fornace.
E poi la convenzione per l'utilizzo pubblico dell'Istituto Pellegrini-Carmignani, con la nascita della bilbioteca.
Ed il lancio turistico di Montecarlo, con il 650 anniversario della fondazione del paese, il potenziamento della mostra mercato del vino, (con il riconoscimento del DOC per il rosso), e l'intensa attività del teatro dei rassicurati.
Tracce indelebili per la Montecarlo di oggi e scelte determinanti anche per il suo prossimo futuro.
Si potrebbe certo dire che, pur lasciando in effetti poco scritto di suo pugno, “scrisse con i fatti”.
Ignoro se fosse credente ma l'ultima cosa che ricordo di lui furono le parole pronunciate da Don Bruno, all'interno della chiesa del cimitero rivolto ai suoi figlioli nel momento del commiato: “ Io sono arrivato da pochi giorni a Montecarlo e quindi non l'ho conosciuto, ma dall'affetto che dimostrano le persone strinte qui intorno penso proprio che il vostro babbo fosse una bella persona.”

Frediano


lunedì 10 marzo 2008

Infocolle_ Mercoledì 12 marzo Ore 16.30. Conferenza sulla Pieve di San Piero in Campo


Cari compaesani,
vi informo che sono stato invitato dalla “Libera associazione per gli anziani Carlo Bernardini di Pescia” a tenere una conferenza sulla Pieve di San Piero in Campo nell’ambito del ciclo di incontri “Antiche pievi, chiese e monasteri nella terra di Pescia”. La conferenza, che avrà la durata di un’ora circa, sarà articolata in tre parti: nella prima saranno fornite generali nozioni storico-artistiche sull’edificio ecclesiastico, mentre nella seconda saranno analizzate le connessioni avute della pieve con la viabilità romana e medievale della Valdinievole, in particolare con la Cassia Minor e la via Francigena. La terza ed ultima parte, infine, sarà dedicata ai recenti lavori archeologici che hanno interessato la pieve e che hanno consentito di riportare alla luce un fonte battesimale del IV-V secolo d.C. In merito sarà proiettato un inedito video girato durante gli scavi condotti dall’archeologo Giulio Ciampoltrini.
La conferenza si terrà mercoledì 12 marzo alle ore 16.30 presso la sede sociale della Pubblica Assistenza di Pescia, piazza XX settembre, n. 10. Coordina il Prof. Amleto Spicciani.
Siete tutti invitati a partecipare.
Saluti.
Dario Donatini.

domenica 9 marzo 2008

Il mio viaggio in Burkina Faso - prima puntata


Come avevo promesso, eccomi! E’ passato quasi un mese dal mio rientro e malgrado tutte le buone intenzioni non sono riuscito ancora a smaltire le emozioni del viaggio, anche perché ogni giorno capita l’occasione per raccontare la cosa a qualcuno e quindi … il magone ritorna!

E allora ho deciso di cominciare lo stesso il racconto, partendo peraltro dalla cosa più difficile: esprimere a parole le sensazioni, le passioni, le emozioni che si provano in quel mondo … dove il calore che si sente di più non è quello dato dal sole ma quello che ti trasmettono tutte le persone che incontri … dove l’aridità del paesaggio sparisce dal tuo punto di vista, sovrastata dalla dignità di chi ci vive!

Ma ….. come si fa a rendere l’idea del disagio provocato da quella polvere rossa che ti fa compagnia per l’intera giornata, sospinta dappertutto dall’implacabile harmattan (vento secco e polveroso che soffia da nordest, dal Sahara al Golfo di Guinea, tra novembre e marzo).
La senti già al risveglio quando hai la sensazione che ti abbia riempito il naso e la gola, la trovi sul tavolo dove fai colazione, la vedi sui fogli e gli strumenti del tuo lavoro, la senti nei vestiti che indossi e che, se sono puliti, cambiano colore non appena esci di casa … e la ritrovi alla sera quando ti butti nel letto, convinto di essertela levata di torno con la doccia (col ramaiolo) fatta un minuto prima!

Come è possibile spiegare il caldo che ti prosciuga … e la sete che, senza preavviso, di colpo ti fa bruciare tutto il corpo come se tu avessi la febbre … e magari ti prende quando sei in un posto dove ti dovresti accontentare dell’acqua torbida dei pozzi tradizionali o della bevanda lattiginosa di miglio che ti offrono, sapendo che se è “fresca” disseta ma se è del giorno prima ha fermentato e allora …. vai di corsa!

Come si fa a descrivere i posti “improbabili” in cui ti trovi a mangiare … dove la cosa più pulita è la ragnatela che contorna il piatto con il cibo (per chi volesse conferme ho le prove fotografiche!).

Ma, soprattutto, come si può spiegare con le sole parole a chi non lo ha provato, che tutte le sensazioni di disagio dovute alla polvere, al caldo, alla sete ed al resto, svaniscono nel giro di pochissimo tempo …. perché …..
…. perché appena uscito di casa ti trovi circondato da un nugolo di bimbetti del vicino asilo, contenti solo di sfiorarti, di chiamarti nasara e di cantilenare il tuo bye bye ….
…. perché ogni persona che incontri, uomo o donna, giovane o anziano, ti si avvicina, ti sorride, ti stringe la mano e, facendo un inchino, recita tutta la formula di saluto che non si limita al solo “buon giorno” (nye beogoo) ma ti chiede conto della tua salute, della tua famiglia, del tuo lavoro e si conclude con l’augurio che il tuo dio (Wend) ti mantenga bene (lafi) per tutta la giornata …..
…. perché tutti ti dimostrano una divertita riconoscenza se solo cerchi di contraccambiare i loro saluti arrangiandoti con il moreè, la loro lingua ….
….. perché ogni mamma che incontri è felicissima di metterti in braccio il bimbo che ha attaccato alla schiena, appena le dici un semplice uaka (vieni con me?) ….
….. perché da ogni parte del villaggio sbucano bimbi che ti rincorrono, ti guardano con occhi scurissimi che ti bucano, e ridono ….
…. perché quando incontri qualcuno per la seconda volta, lui o lei ti chiama già per nome e ti abbraccia considerandoti un amico …
…. perché c’è la bellezza delle donne (da ammirare con sereno distacco, vero Baldo?) che dà all'Africa un valore aggiunto: "Provate a sedervi, senza fretta, vicino ad un pozzo o ad una fontana alla quale le donne, al mattino, vanno a fare rifornimento di acqua per la famiglia. Le vedrete arrivare con i loro bambini legati sulla schiena. Si raduneranno festose intorno alla fontana e poi, una volta riempiti i loro recipienti, se li collocheranno in equilibrio sulla testa. Le vedrete allontanarsi con quei corpi flessuosi e quel portamento elegante che la fatica non riesce a scalfire. Ognuna di loro potrebbe finire su una passerella e farebbe impallidire le già pallide modelle occidentali in perenne dieta dimagrante."
NOTA: questa cosa l’ho copiata da una mail che mi ha mandato Barbara, ma mi è molto piaciuta, rende benissimo l’idea, e soprattutto io non avrei saputo trovare le parole per esprimere così bene il concetto …

… perché laggiù trovi la compagnia di Barbara, Baldo, Serena e di Mauro (mio occasionale compagno di camera), gli straordinari, grandissimi, stupendi amici volontari che fanno di tutto, ognuno per quanto può e con le proprie particolarità, per aiutarti, insegnarti, guidarti, e soprattutto per farti sentire subito a casa tua …
…. e perché spero di avergli lasciato qualcosina anch’io ………………………


…. e poi, come spiegare le sensazioni che si provano nelle sere buie, a parlare con la famiglia al cellulare, sotto un tetto di stelle luminose che arrivano fino alla linea dell’orizzonte e ti costringono ad chinare la testa, tanto ti sembrano basse …
…. come descrivere il panorama che si vede nelle notti di luna piena, quando una luce fortissima “colora” tutto d’argento ….. e sei spinto a sdraiarti sulla polvere della strada principale del paese, circondato da un silenzio assoluto, per goderti uno spettacolo così grandioso… (l’unico pericolo che si può correre è quello di essere pestato da qualcuno che va a piedi!) ….


Come si può far capire, a chi non ti conosce così bene come tua moglie, che al momento in cui tutto questo sta per finire, ti trovi a considerare che la mancanza della famiglia, di casa, degli amici e dei colleghi di lavoro non riesce a superare il “peso” di quello che lasci!

A presto,

Nasara

sabato 8 marzo 2008

Storia e Tradizioni_ E' veramente Montecarlo?


Quando alcuni anni fà al mercatino dell'antiquariato trovai questa foto di Montecarlo pensai che si trattasse di un errore di stampa, oppure di un fotomontaggio.
A mio parere non esisteva nessun luogo a Montecarlo che somigliasse a questo. Mi sbagliavo.

Effettivamente anteguerra la zona si presentava con questa fisionomia e recandosi adesso nel punto preciso da cui la foto fù scattata ci si rende conto di come i paesaggi possono mutare per l'intervento diretto dell'uomo.

venerdì 7 marzo 2008

Pensieri Liberi_ Le nostre responsabilità per l'Africa

Sempre per poter continuare la sensibilizzazione sui problemi dell'Africa e del terzo mondo metto in rete una lettera che ho inviato al settimanale Toscana Oggi tempo fà.
Questa è stata pubblicata nel munero del 23 dicembre 07 con risposta del Direttore del settinanale Alberto Mingone.

Ogni giorno i mass media ci pongono di fronte al fenomeno migratorio che coinvolge migliaia di persone costrette a varcare i mari con mezzi improvvisati e fatiscenti alla ricerca di un sogno destinato ad infrangersi non appena toccate le coste italiane.

Ogni cittadino di buon senso pensa che non potrà continuare all'infinito cosi.

Il bisogno di porre una regola a questi nuovi arrivi, la necessità di gestire la loro situazione organizzativa, nonché il crescente senso di insicurezza personale e sociale della nostra popolazione sono tutti interrogativi che richiedono solerti risposte.

Apparirà evidente a tutti la necessità di fare quanto possibile per creare le condizioni sociali ed economiche affinché queste moltitudini abbiamo la possibilità di continuare a vivere dignitosamente nel proprio paese di origine.

Pochissime persone sarebbero disposte ad affrontare situazioni pericolose di viaggio, ed incognite di vita degradanti ed umilianti se avessero la possibilità di vivere in pace e serenità nella patria in cui sono nati.

Il mondo occidentale si dovrebbe porre un interrogativo di carattere morale: e' giusto che pochi milioni di persone possano continuare a vivere nella loro "insoddisfatta" opulenza mentre la maggioranza degli uomini e delle donne di questo pianeta non riescono a soddisfare le necessità primarie ?

Per quello che riguarda l'Africa tanto è già stato fatto da parte di Associazioni, Chiese, Governi e singoli individui al fine di promuovere le condizioni di pace, migliorare le conoscenze scientifiche, promuovere le singole economie e favorirne lo sviluppo .

Migliaia sono le persone impegnate a perseguire questo obiettivo: attraverso l’erogazione di aiuti economici, la fornitura di beni materiali o l'impegno personale all’interno di strutture di volontariato laico e cattolico.

La Regione Toscana a livello istituzionale, associativo e di volontariato è da molti anni in prima fila in molti progetti di cooperazione ed in tante aree di crisi africane: dalle zone sub-sahariane, al corno d'Africa fino al sud Africa.

Forti di questo esempio siamo chiamati a compiere ogni sforzo utile affinché questi progetti siano coordinati e continuativi e consentano il raggiungimento di condizioni di conoscenza ed autonomia economica permanenti nel tempo.

Tanti Saluti a tutti.


Frediano Pellegrini Pescia.




giovedì 6 marzo 2008

Info Colle_ Ripartono i Corsi di Sommelier della Fisar Montecarlo








Con il prossimo 18 marzo riprendono sul colle di Carlo IV i corsi di sommelier, suddivisi in primo, secondo e terzo livello, organizzati dalle delegazione locale della Fisar (la Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori). Federazione a livello nazionale, la Fisar è presente sul suolo montecarlese da più di un lustro a riprova della cresciuta attenzione della società al tema del vino non solo in quanto prodotto di consumo ma come elemento culturale fondante della tradizione e della identità di un paese e di una comunità. Guidata dall’autoctono Roberto Forassiepi, le attività ed il mondo della Fisar Montecarlo ci sono presentate dal nuovissimo sito a cui vi rinviamo http://www.fisarmontecarlo.it/, che da oggi diventa anche uno degli indispensabili “link del Tordo”, sotto la voce “Sommelier a Montecarlo”.
Il programma del primo livello comprenderà 12 lezioni vertenti sulle funzioni base del sommelier, i sensi ed il vino, la viticoltura e l’enologia, la legislazione ed il vino, i distillati e la birra. Il secondo corso su 13 lezioni verte invece su lezioni globali di enografia, con una attenta panoramica alla produzione mondiale del vino, mentre il programma di terzo livello, comprensivo di 10 lezioni, porta il vino in tavola offrendo un percorso che dalle nozioni di alimentazione introduce al mondo degli abbinamenti fino all’approdo con la cucina del territorio.
Per partecipare a questi corsi è basilare l’iscrizione alla Fisar, adesione che regala l’abbonamento a sei numeri della rivista bimestrale “Il Sommelier”, organo ufficiale dell’Associazione, nonché il diritto alla partecipazione a tutte le attività sociali. Inoltre, ad ogni corsista, sarà consegnata la spilla da giacca ufficiale della Fisar, i testi per il corso, una valigetta con 4 calici, un levatappi, blocco per appunti e matita, il quaderno per le degustazioni con le schede ufficiali Fisar, un accendino candela. Si parla anche di un panierino di fii, ma non abbiamo conferma.
Il Tordo sorvolando la notizia non può che invitare il montercarlese della strada a buttarsi nella mischia e partecipare a questo appuntamento che, ci pare, dovrebbe essere reso obbligatorio come una volta era la leva, affinché ogni nostro concittadino possegga quelle nozioni e quella sensibilità necessaria per apprezzare ancor più pienamente quel patrimonio vitivinicolo che fa salvo l’ambiente e grande il nome di Montecarlo oltre i suoi confini. Allora, dai un senso alla tua passione.

Taccone

InfoColle_ Michele Bartoli conquista la Versilia... Cronaca di un successo in attesa della III Gran Fondo

(un momento della partenza su Viale Italico)

Mentre si lavora alacremente all’alba del primo giugno, data della terza edizione della Gran Fondo Michele Bartoli, il 24 febbraio scorso i montecarlesi raccolti attorno al campione nostrano hanno già saputo incantare i “fortini” e le centinaia di partecipanti della prima “Crono Squadre della Versilia”. Sotto un sole benaugurante, il viale a mare (il Viale Italico) adiacente il centro di Forte dei Marmi si è presentato a curiosi e passanti come un lungo serpente multi colore, composto per metà di gomma ed acciai brillanti e per metà di carni e di sudore, lungo il cui snodarsi tra via Cavour e via Gabriele D’Annunzio ha pulsato il cuore della intera manifestazione. Dall’ora del ritrovo fissata per le 7:30 del mattino fino alle ultime premiazioni dopo le 15, centinaia di ruote ed il doppio tra braccia e gambe hanno movimentato una giornata scandita dalla comune passione per il ciclismo, sotto la costante supervisione di Bartoli e del numeroso staff, in abbondanza montecarlese ma non solo, che lo ha seguito sino sulle sponde tirreniche.
Sul percorso Forte dei Marmi, Marina di Massa, Forte dei Marmi, Marina di Pietrasanta, Lido di Camaiore, Viareggio, Lido di Camaiore, Forte dei Marmi complessivo di 37,5 chilometri si sono affrontate 87 squadre, partite a scaglioni tra le 10 e le 12:15, provenienti da tutta Italia. Al loro fianco, nell’entusiasmo generale dei presenti, si è anche misurata con il percorso la Nazionale Paraolimpica. Ampio anche il numero dei premiati: le prime 20 squadre con il miglior tempo assoluto, le prime tre squadre composte da atlete di sesso femminile, i primi tre atleti disabili. Premiazioni svoltesi presso la Scuola Media Ugo Guidi di Forte dei Marmi che, nel corso della giornata, ha rivestito il ruolo di vero quartier generale in quanto luogo di ritrovo, zona docce e ristoro (meglio noto ai montecarlesi come “pasta party”).
Parte integrante del nuovo circuito “Assi delle Granfondo” questa prima edizione della Cronosquadre ne è il debutto assoluto che introduce il nostro Michele Bartoli in un olimpo delle due ruote dove compare un immortale come Gino Bartali. Soddisfazione per gli organizzatori, i partecipanti e l’Amministrazione Comunale di Forte dei Marmi.
Per chi, come vi scrive, ha potuto seguire dal vivo questa giornata è un piacere riconoscere la grandezza di un evento che fa correre sulle ruote di Bartoli e di tanti sportivi anche e non solo il nome della nostra Montecarlo. Un esempio che impone la riflessione sul come anche eventi di questa natura, di qualunque natura, possano contribuire a far conoscere in Toscana e nel resto d’Italia e d’Europa, perché fin lì giunge il nome di Bartoli, le peculiarità della nostra terra e l’ospitalità della nostra gente e delle nostre strutture ricettive ed enogastronomiche.
Ora l’appuntamento è per il primo giugno con la terza edizione della Gran Fondo Michele Bartoli a Montecarlo. Vuoi aiutarci? Vuoi partecipare? Vuoi solo saperne di più? Visita il sito www.granfondomichelebartoli.it

VF

mercoledì 5 marzo 2008

Info Colle_ Montecarlo in piazza contro la Sclerosi Multipla... Gazebo e Gardenie



Sabato e Domenica prossimi nelle piazze di Montecarlo e San Salvatore sarà allestito uno delle migliaia di gazebi che in tutta Italia sostengono e cmbattono in prima linea contro la Sclerosi Multipla. Invitiamo i solidarissimi amici concittadini di Montecarlo a sostenere questa campagna per la vita recandosi al gazebo per acquistare una splendida gardenia per salutare la vicina primavera. Vista anche la coincidenza della data con la festa della Donna, a tutte le signore sarà offerto un ramo di mimosa speciale. Visita inoltre il sito http://www.aism.it/, informati sulla Sclerosi Multipla, la ricerca scientifica e le attività dell'associazione e passa parola ai tuoi parenti ed amici.
Il Gazebo avrà i seguenti orari:
Sabato 8 Marzo - San Salvatore, Piazza Matteotti (davanti la Chiesa) - dalle 9 alle 16
Domenica 9 Marzo - Montecarlo, Piazza Carrara - dalle 9 alle 13
Vittorio

Storia e Tradizioni_ Gli alberi monumentali di Montecarlo (Parte I)


IL QUERCIONE DI SAN MARTINO (o Farnia delle Streghe).


Nome Scientifico: Quercus Pubescens

La farnia delle Streghe è posta nel Parco di Villa Carrara a Gragnano, località situata nel comune di Capannori e distante pochissimi chilometri da Montecarlo. L'albero presenta un’altezza di 22 metri, un tronco di 4 metri di circonferenza ed una chioma di un di 37 metri diametro, secondo valore assoluto in Toscana. Questa quercia è sicuramente uno tra gli alberi più singolari di tutta la Toscana, in quanto si presenta con una forma davvero insolita per una farnia. Lo sviluppo orizzontale della chioma è dovuto a quello dei rami, i quali si presentano con un andamento orizzontale (quasi parallelo all’andamento del terreno). E’ chiamata Farnia delle Streghe in quanto secondo la leggenda sembra che ai piedi della pianta le streghe tenessero i loro sfrenati “sabbah”. I rami, infatti, avrebbero assunto la loro particolare forma proprio in quanto queste vi danzavano sopra la notte (si dice che le loro risate sghignazzanti si udissero anche a chilometri di distanza). L'albero è legato inoltre alla favola di Pinocchio, il quale avrebbe nascosto nel terreno posto ai piedi della pianta i propri denari, poi "recuperati" dal gatto e dalla volpe di collodiana memoria.
L’albero versa oggi in discrete condizioni, nonostante negli anni ‘60 abbia subito seri danni a causa di un fulmine e della malattia della lupa, che ne fece marcire parte del tronco. Inoltre, nei primi anni del XX secolo un gruppo di studenti, saliti sull’albero, ne causarono la caduta di un ramo e qualche decennio più tardi la pianta si salvò per miracolo dalla furia dell’esercito nazista, che voleva farne legna da ardere. La pianta, che affonda le proprie radici in un terreno profondo ed umido, vanta circa 550 anni di età.

Fonti:
M. PAVOLINI, Alberi monumentali della Toscana, Firenze, Le Lettere, 1997.


Il folletto dell'anfrione.

martedì 4 marzo 2008

Pensiero Libero_ Non siamo soli a questo mondo

Per anni ho creduto che nel mondo vi fossero solo due paesi che portavano il nome di Monte Carlo. Il nostro e quello più famoso centro turistico per eccellenza nel Principato di Monaco. Poi ho scoperto che anche in Toscana esiste un'altra località chiamata Montecarlo. Non è un Comune ma una piccola località nel Comune di Montevarchi dove si trova un'antico convento francescano oggi sede di una comunità.
Poi tutti abbiamo scoperto l'esistenza di Karlstejn nella Repubblica Ceka, fondato anche quel castello dal nostro Carlo IV, ma che mi dicono che letteralemente in realtà vuol dire "Pietra di Carlo". Ma la vera scoperta per me è stato il programma Google Earth su internet. Qui ho scoperto l'esistenza del Comune di Monte Carlo nella Provincia di Misiones in Argentina. Una località turistica sul Rio Parana vicino alle cascate di Iguazu che guarda caso è conosciuto come la capitale argentina dei fiori o meglio delle orchidee. Ed un'altro Comune dal nome Monte Carlo esiste anche in Brasile nello stato di Santa Catarina. Questo deve essere più piccolo ed anonimo in quanto non sembra avere sito internet.
Ma la dizione del nome Montecarlo su google porta anche in altre località che forse non sono veri e propri municipi ma solo quartieri di altre città.
Per esempio nella città di Americana nello stato di San Paolo in Brasile o a Vaux sul Seine nell'Ile de France in Francia, vicino Parigi, od a Pinellas citta nei pressi di Tampa in Florida.
Questi casi sono da verificare se si tratta di vere e proprie località o di quartieri a cui vine dato il nome della più celebre Monte Carlo di Monaco.
Altre sorprese poi si hanno se si prova a digitare le parole "monte" e Carlo" in lingua francese ed inglese e li il computer porta ancora in altre località.
Cosa succederebbe se provassimo in altre lingue di cui ignoriamo come si dicono queste due parole ?
Be comunque non siamo soli nel mondo. E viene da chiedersi se a parte Karlstejn e Monte Carlo di Francia in Argentina o Brasile sappiano che esistiamo noi qui in Toscana.
Credo che questo argomento solleciti la nostra curiosità e forse indagini più approfondite nella speranza di favorire una conoscenza fra tutte le "Montecarlo del mondo".
Frediano.